Alessandro Niero
"Anche se, o proprio perché, brandisce nel titolo la parola 'Chievo' questo è un libro di poesia e non, semplicemente, la raccolta dei versi di un tifoso. E anche questo, certo, ma innanzitutto è un piccolo romanzo poetico, un 'Bildungsroman' o romanzo dell'apprendistato di un nativo che riconosce se stesso, o insomma il suo decorso esistenziale, doppiando la parabola di una squadra di calcio che gli è, per così dire, consustanziale. Nel senso che l'autore non l'ha scelta, e nemmeno avrebbe potuto, ma l'ha trovata lì nella sua 'couche', alla periferia di una periferia, nel quartiere di una piccola città, nel Campetto incastrato fra un canale e un raccordo stradale, o infine nello spazio progressivamente miniaturizzato in cui si imbatte chi provi a rovesciare il cannocchiale dei ricordi..." (Dalla Prefazione di Massimo Raffaeli)