Francesco Altamura
L’ordine di sgombero da Primiero e Vanoi giunse, sotto l’incedere della Strafexpedition, il 26 maggio 1916. Il 3 giugno, al passaggio da Bari di un convoglio ferroviario di circa duecento tra anziani, donne e bambini, in quella stazione “fu raccolta una sommetta destinata a comprare ciliegie per i bambini dei profughi”. Oltre 1600, complessivamente, giunsero in Puglia. La permanenza fu di poche settimane, ma alcuni in Trentino non fecero più ritorno. Clima torrido, mancanza d’acqua, focolai epidemici furono causa di morte, rendendo oltremodo dolorosa un’esperienza di distacco solo in parte lenita da episodi di fraternizzazione con le popolazioni locali. Per ripercorrere un secolo dopo quelle vicende, si è reso necessario un esteso vaglio di corrispondenze epistolari e atti amministrativi, fonti militari e materiali a stampa, passati in rassegna tra Roma, la Puglia e il Trentino, in una ricerca per archivi di Stato, fondazioni di studi storici, archivi comunali e diocesani. Un ciclo d’interviste in Primiero e Vanoi, con discendenti dei profughi giunti in Puglia in quel 1916, ha infine disvelato la preservazione di memorie di comunità che nelle famiglie hanno avuto, per più generazioni, il luogo di trasmissione di ricordi, aneddoti, foto, carteggi restituiti ora attraverso un’ordinaria teoria di vicende quotidiane, minute, neglette, quelle di un popolo scomparso, reso invisibile dalle ragioni della grande storia.