Anna de Noailles
Figlia di un principe rumeno, vedette incontrastata dell’effervescente Parigi aristocratica della Belle Époque, Anna de Noailles non è stata soltanto un carismatico personaggio mondano della sua epoca, ma anche e soprattutto una scrittrice, in primo luogo una poetessa, di larga popolarità, amica e corrispondente dei più insigni intellettuali a lei contemporanei, da Marcel Proust, cui la legava un affetto fraterno, a Rainer Maria Rilke, che le dedicò pagine penetranti («Mai cuore di donna è stato aperto sopra tanta natura»). Il cuore innumerevole (Le Coeur innombrable, 1901) rappresenta la sua raccolta d’esordio, l’opera che la consacrò, non ancora venticinquenne, stella letteraria di prima grandezza: fu infatti un trionfo di pubblico e di critica inaspettato, plenario e internazionale, ancor più sbalorditivo perché femminile (François Mauriac ebbe a scrivere: «Questa illustre giovane donna ha prestato la propria voce a un’intera gioventù tormentata. La sua poesia è stata il grido della nostra adolescenza»). Fremente inno alla natura, il volume rispecchia una sensibilità creaturale del tutto scevra da pregiudizi antropocentrici che, in tempi di ecologismo e animalismo avanzanti, colpisce per la sua sorprendente modernità.