Evaristo Seghetta Andreoli
"In questo poemetto, in cui il poeta dà voce a 'un'inquietudine per imperfezione', la suddivisione in capitoletti è anche una guida alla lettura. Nella prima parte è compreso un viaggio nelle stagioni dove l'homo viator coglie aspetti di grande nitore, dal vivo, con lo sguardo del poeta, sempre attento ai dati originali e originari del 'viaggio' nella natura. Direi che in questo primo capitolo prevale il logos dell'emozionato pensiero poetante. Un pensiero poetante in cui mito e realtà si fondono felicemente. Nel secondo capitolo il poeta affronta, con maggiore leggerezza che non esclude picchi e punti fermi, il tema dell'eros. Passa poi nel terzo capitolo a trattare dell'uomo nel suo essere e divenire nella dimensione anche didascalica dell'ethos, per soffermarsi in quello successivo, nelle scansioni dell'epos. Passa infine a mettere in luce il poeta e la poetica per concludere con 'l'inverno dell'uomo', ovvero il pathos che sfiora il thanatos. Andando oltre si può dire che il primo capitolo vede l'uomo che muove nelle quattro stagioni, mentre gli altri capitoli trattano della quinta stagione, quella, appunto, della vita umana. E dunque ne deriva che il poemetto è a struttura modulare dove l'originario dato emozionale viene ripreso per approfondimenti concettuali che non possono vivere separatamente dal tutto." (Franco Manescalchi). Introduzione di Giovanni Panella.