Paolo Carlucci
«... Borghese, duttile figlio della Roma più colta, e diciamolo pure, "progressista", Paolo Carlucci si trova a dover fare i conti con una Storia che egli stesso insegna al Liceo, ma più non ama, nonché una Geografia di cui si fa burocratico docente per gli studenti di oggi, quelli 2.0 (anzi già quasi 3), ma che perennemente si sposta, coesiste, invade, lievita e irride, ma soprattutto potenzia, sfonda e seduce il dramma: migrazioni, villaggio globale, catechismo in Web, codice etico, jatture, hackers di tutto il mondo unitevi... Tutto è finto e vero, tutto è connesso - dunque urge a valanga, ma forse non esiste... E La terra domani è insieme dannazione e miraggio, pellegrinaggio visionario in un globo terracqueo che ha bisogno di poesia schietta, nuda e cruda, non più e non solo di giornalismo à la page, massmediatico, spesso infingardo... Ora in questo libro tutto è ravvicinato (in primis la lontananza), ripensato o addirittura visitato, ammirato, passeggiato -Storia e Natura nello stesso modo, come la Società, i suoi Miti o Archetipi, le sue rovine o vestigia, rifioriture o gemmazioni antropologico-culturali... La lente vera, si capisce, è quella miope ma sublimante della poesia...» (Dallo scritto di Plinio Perilli)