Nell'officina del nonsense di Toti Scialoja. Topi, tropi, toponimi, cronotopi

Il viaggio sulle tracce del “senso perso” è pieno di passioni e di sorprese. Quella che può sembrare una peculiare indagine su un fenomeno eccezionale della letteratura diventa in realtà una immersione a tutto campo nella complicata vicenda culturale artistica e letteraria del Novecento di cui Toti Scialoja fu protagonista, come pittore, scenografo, poeta e saggista. Nella sua biblioteca – interamente conservata a Roma presso la Fondazione Scialoja – Giammei rintraccia il repertorio parodistico, il rapporto con la filosofia e con alcuni autori contemporanei italiani ed europei; ne emerge una sorprendente ‘preistoria poetica’ che comprende un esordio segreto e molti testi lirici dispersi mai considerati prima. Si assiste al passaggio da un’epoca che negava il valore della letteratura infantile (Croce) all’epoca della massima attenzione ai giochi linguistici (le avanguardie). Nei nonsense più amati dai bambini sono individuate le impronte dei poeti più illustri (Dante, Petrarca, Leopardi, T.S. Eliot, Pound ecc.). Notevole l’indagine sulla formazione dei disegni che Scialoja accompagnava ai suoi versi.