Crespo Angel
Ángel Crespo (Ciudad Real, 1926-1995) è stato uno dei protagonisti della poesia spagnola del secondo Novecento. Anagraficamente vicino alla cosiddetta Generazione del '50, in realtà la sua poesia - pur ritrovandosi in sintonia con molte delle istanze 'sociali' che venivano ad affacciarsi a quei poeti che si trovarono a fare i conti, all'indomani della Guerra Civile, con la brutalità ed il grigiore della dittatura franchista - non rinunciò mai a rivendicare anche la 'trascendenza' del messaggio poetico. È anche per questo motivo che la sua opera poetica si ripropone oggi come uno dei punti focali della poesia spagnola del secolo appena trascorso, smaltita la sbornia delle ideologie, certo, ma anche in contrasto con l'anti-ideologismo consumistico e vacuo della nostra epoca e con le chiacchiere esistenzial-poetiche. Nell'ambito di quest'opera, "Occupazione del fuoco" (1990) assume un rilievo particolare, anche perché in essa assistiamo ad un distendersi della poesia di Crespo verso quegli echi e quelle suggestioni di cui il poeta si era già fatto interprete nella sua attività di traduttore, e in particolare di Petrarca e di Dante. Proprio alla Commedia di Dante, infatti, tradotta integralmente da Crespo, va fatto risalire il fuoco di queste pagine che - come precisa Valerio Nardoni nello studio che accompagna questa traduzione italiana - non è quello infernale in cui bruciano i peccatori, ma quello che in cima al Purgatorio Dante deve attraversare "per raggiungere la pienezza della sua esistenza".