Claudio Pozzani
«...Ho scritto, quando compì cinquant'anni, "Claudio Pozzani da oggi sarà un cinquantenne ma resta quello che è: un bel ragazzo. Che ama la poesia, l'avventura, la vita. Che vive la vita e fa vita". Pozzani è poeta. L'ho incluso in una mia antologia di poesia e teatro, "Bona vox", che fa suonare tra poesia e teatro voci nuove o note ma innovative, Bortolussi, Rafanelli, Morasso, Pagni: la poesia torna in scena. Pozzani danza sulla pagina con il ritmo della sua voce da poeta blues, canta narrando, sincopando, assolutamente non rapper: è un trovatore dell'età del rock. Incontenibile sulla scena, la sua poesia vive anche, in pieno, sulla pagina, la fa muovere, la fa tornare viva, frusciante. (...) Le composizioni lunghe sono per certi versi le più originali, si tratta di veri monologhi in versi, in cui la voce non è attesa per la recita, ma colei che detta e scrive le parole. (...) Mentre le poesie brevi, pur non scostandosi dalla cifra ritmico fonica dell'autore (mai una parola priva di senso, a differenza di chi, cercando la fonè, spesso dimentica parola e senso, quindi la necessità stessa da cui nasce la poesia), mostrano il mondo di Pozzani, cosmologico, ma anche liricamente vissuto..» (Dalla prefazione di Roberto Mussapi)