Tomaso Pieragnolo
Tomaso Pieragnolo ci conduce attraverso una fitta trama di cammini, di esperienze e di ricordi, in un dialogo materico e al contempo immaginifico con la compagna di tutta la sua vita
Allora lei comprende come tutto
nel cogito esiste in una stessa dimensione,
un essere del tutto comprensivo e come
controvento l'aspra notte stia dicendo "vedi
la vita non lontano sta figliando, c'è
il suo aroma sulla costa e dentro l'aria, c'è
il suo azzardo con scintilla quasi umana, c'è
quel lezzo del melmoso alligatore che in ispidi
giorni sta ingoiando la sua preda e tutto
esiste in uno stesso movimento, in questo
inane inamidato spaziotempo
Può il viaggio della vita essere incolume? Nel suo libro forse più intimo, suggerendo questa continua domanda nel fraseggio denso e incalzante caratteristico del suo stile, Tomaso Pieragnolo ci conduce attraverso una fitta trama di cammini, di esperienze e di ricordi, in un dialogo materico e al contempo immaginifico con la compagna di tutta la sua vita. Una conversazione ininterrotta, che raccoglie quotidianità e universalità con leggerezza fuorviante; intuizioni, attese, disinganni e ripartenze, maturati nella pluralità di esperienze tra popoli e paesi che l'autore ha incontrato e conosciuto a fondo. Leggendo questo poema ci si trova coinvolti nelle tematiche presenti fin dai suoi primi libri (l'amore come forza rigenerante, la figura femminile madre universale e custode della natura, l'incoscienza di una società indifferente e individualista) in un ipnotico e vitale susseguirsi di riflessioni e incantamenti che invitano alla visione e alla lungimiranza, all'auspicabile fioritura dell'essere umano e di un riconciliato divenire, nell'alternanza di caducità e fecondità che accompagna la nostra condizione transitoria, alimentando una fertile incertezza: "nulla / e mai nessuno veramente ha mai / vissuto la sua vita sulla terra".