Che Centofiori sboccino!
Bentornata Libreria Centofiori! Aveva chiuso a inizio dell’estate e in molti temevano non avrebbe più riaperto. Invece dopo qualche mese di stop per lavori, in una ancora calda serata di fine settembre, una grande e partecipata festa ha celebrato la rinascita della storica libreria, attiva in piazzale Dateo dal 1975.
Difficile a Milano vendere libri fuori dal centro storico o dal centro commerciale, eppure in questi quarant’anni Centofiori ha saputo non solo radicarsi, ma diventare un punto di riferimento per il quartiere e per la città. Nacque infatti come libreria specializzata per servire studenti e docenti milanesi della facoltà di psicologia di Padova, quando ancora a Milano per studiare psicologia i milanesi dovevano migrare nella città patavina. Poi negli anni ha virato sempre più verso il servizio agli abitanti della zona di Porta Venezia / Monforte, abbiente e traboccante di editoriali, giornalisti, scrittori.
Ora riapre ridisegnata, con nuovi arredi, nuova segnaletica, e nuova compagine societaria: Fabio Masi, che negli anni ha aperto librerie a Ventotene, Camogli, Genova, Andrea Palombi e Ada Carpi, editori con Nutrimenti e librai in Procida, la milanesissima famiglia Garavoglia e infine, socio e direttore, Vittorio Graziani, con una lunga esperienza nelle Feltrinelli cittadine. Proprio con Vittorio scambiamo due parole il giorno dopo l’inaugurazione.
Da libraio a direttore a socio di una libreria. Come ci si ritrova nei panni del “libraio in proprio”?
Aprire una libreria è il sogno di qualsiasi libraio. Aprire una libreria significa l’inverarsi di un progetto che era lì da sempre. In questo caso specifico, il progetto si è andato costruendo nel corso di quattro anni di chiacchiere che poi sono diventate discussioni, che poi si sono trasformate in piani di lavoro. Mancava ancora la scelta del locale, che è la cosa più difficile da realizzare, dovendo tenere insieme le ragioni della posizione e quelle dei costi. La nostra fortuna è stata venire a sapere che la precedente proprietà della Centofiori intendeva cedere l’attività e non ci abbiamo pensato due volte, anche perché subentrare significava godere di tutti i vantaggi di una riapertura, ereditare una comunità preesistente, distillata in quarant’anni di attività di una delle insegne storiche di Milano.
Solo vantaggi dunque, a subentrare?
Diciamo perlopiù vantaggi. Ovviamente si ereditano anche le cose che non vanno. Ma erano talmente poche! La difficoltà vera è l’equilibrio tra la voglia e la necessità di innovare e la necessità di non disorientare la clientela già fidelizzata. Il che ovviamente non ci ha impedito di dare un volto nuovo alla libreria in termini di arredo e segnaletica. Se la libreria dipende dal libraio, l’equilibrio tra le due spinte sta proprio nelle persone: Veronica era già in Centofiori e segna quindi una rassicurante continuità, mentre io e Ilaria veniamo da esperienze utili per segnare il nuovo corso. Io sono cresciuto in Feltrinelli, Ilaria è passata attraverso esperienze molto diverse, come Feltrinelli, Hoepli e Verso.
E com’è passare da una grande catena come Feltrinelli a una indipendente? Tu oltretutto hai lavorato in ammiraglie come Piazza del Duomo e Piazza Piemonte.
La mia esperienza in Feltrinelli la considero un retaggio solo positivo, un prezioso bagaglio di competenze. La differenza con le catene c’è, ma voglio partire ribadendo il principio che bravi librai ci sono tanto nelle indipendenti, quanto nelle grandi librerie come nelle catene. Nelle Feltrinelli c’è tantissima qualità, più di quanto tanti non pensino, con eccessiva semplificazione. Aprire una libreria indipendente in compenso richiede molte più qualità di chi lavora in un grande gruppo: soprattutto versatilità, flessibilità e tenacia. Tutte le funzioni ricascano su di te, sei nello stesso tempo progettista e grafico, addetto alle vendite e direttore del personale, responsabile acquisti e amministrativo. Come direttore, all’inizio soprattutto, è difficile concentrarsi sul prodotto, perché devi pensare a tutto il resto. Per questo è cruciale avere ottimi collaboratori.
I soci sono una presenza attiva?
Avere a fianco un socio come Fabio Masi è stato semplicemente risolutivo, ha messo a mia disposizione tutta la sua enorme esperienza, la sua competenza e la sua umanissima capacità di conforto. Lo stesso direi di Ada Carpi e Andrea Palombi, di Nutrimenti, che sono soci di Fabio nella libreria di Genova e che conosco dai tempi dell’apertura della loro libreria a Procida, alla nascita della quale ho partecipato non direttamente ma come consulente amicale. E poi, l’ultimo tassello decisivo: i due fratelli Garavoglia. Marco era mio cliente in Duomo, Guido era cliente di Fabio a Ventotene. Da lì è nata un’amicizia che li ha portati a sposare questa avventura. Non sono solo un’importante famiglia milanese, ma significano soprattutto l’apporto di una competenza specifica in termini amministrativi e finanziario – gestionali.
A quale pubblico vi riferite?
Centofiori è sicuramente una libreria di quartiere, ma anche una libreria con un passato di specializzazione che l’ha fatta conoscere in tutta Milano, ben fuori da zona Venezia Monforte. Il vantaggio è che noi partiamo con uno storico già consolidato di 5.000 amici su Facebook, con una mailing list folta di nomi. La clientela è senz’altro cambiata rispetto alle origini nel ‘75. La specializzazione in psicologia si è di molto ridotta, anche se il settore relativo è di primissima qualità anche adesso, mentre è cresciuta la varia. Negli anni Centofiori è diventata un punto di riferimento per noir e thriller, per dirne una.
Quindi adesso il lavoro consiste nel consolidare, capire i settori da rinforzare partendo da un assortimento di 15.000 titoli, che a regime crescerà almeno a 18.000. Ad esempio lo spazio bambini, che abbiamo ampliato e dedicato completamente a loro occupando il trentatré per cento dello spazio di vendita. Sono molto soddisfatto di questa sala. Tant’è che a oggi gli unici eventi su cui intendo concentrarmi saranno proprio quelli dedicati ai bambini. D’altra parte in questa libreria devo portarci soprattutto le famiglie, devo e voglio lavorare in funzione della comunità. Persino giocando con le vetrine. Per l’apertura in vetrina c’era un unico libro: La frontiera, di Alessandro Leogrande. Giusto per capire a che gioco stiamo giocando.
Info Libreria Centofiori Piazzale Dateo 5, 20129 Milano Tel. 0236577757 Facebook Orari Lun/Sab: 9,30 / 19,30 Novembre e dicembre apertura anche la domenica.