L’olmo grande di Villalta è il primo a mettere radici nel “bosco degli scrittori”, nuova collana narrativa di Aboca
La storia delle piante è da sempre, intrinsecamente, legata a quella delle persone. Con le piante conviviamo, per mezzo delle piante sopravviviamo, dalle piante impariamo. E spesso, troppo spesso, le distruggiamo, non rendendoci conto di stare, insieme a loro, distruggendo anche noi stessi.
La storia delle piante è quella del nostro pianeta. La nostra storia. Forse è per questo che il mondo vegetale, declinato anche nel racconto del territorio e nel paesaggio, riveste una grande importanza nella produzione letteraria di moltissimi scrittori.
Aboca Edizioni, che ha fatto della divulgazione culturale sulla natura e sull’ecologia la propria missione editoriale, ha così deciso di espandere gli orizzonti e affiancare alla produzione saggistica storico-scientifica, anche quella narrativa. Perché, in fondo, siamo “fatti di storie” e la sensibilità verso certe tematiche può essere stimolata anche – e soprattutto – dalle emozioni che traiamo dal puro racconto.
È nato così “Il bosco degli scrittori”, una nuova collana di romanzi letterari che consentirà ad alcune delle più importanti penne italiane di approfondire il proprio rapporto narrativo con le piante e il territorio, raccontando il mondo a partire da un albero, che sarà rappresentato e descritto su ogni copertina.
Il primo di questi alberi è un olmo secolare friulano, con i rami bianchi che svettano verso il cielo, la corteccia spessa e la chioma imponente, che sorge sul confine tra due poderi.
Gli alberi del bosco degli scrittori
L’olmo grande che dà il titolo al romanzo di Gian Mario Villalta è l’ultimo superstite di un mondo contadino che non esiste più. Adesso, dopo la trasformazione profonda della campagna, dopo l’avvento dell’industria che ha cambiato per sempre il paesaggio, eccolo lì, in fiamme.
Davanti al rogo dell’immenso olmo, il nostro protagonista ripercorre così la propria storia familiare, in un racconto sull’identità che si snoda tra riflessioni e memorie, costantemente diviso tra quell’insopportabile senso di violento sradicamento e la speranza che la modernità porti verso un futuro ricco di opportunità.
Prossimamente, al “bosco degli scrittori” si uniranno anche le immense faggete dell’Alpe della Luna. Qui, impegnati in un’escursione di tre giorni sull’Appennino, tre giovani amici reduci dagli esami di maturità trascorreranno l’esperienza più totalizzante della loro vita. Una notte sull’Alpe della Luna, racconto generazionale ambientato negli anni ‘90, non poteva che essere scritto dalla voce di quella generazione, Enrico Brizzi.
Tra gli altri grandi autori che, nel corso dei prossimi mesi, daranno il loro contributo a “Il bosco degli scrittori”, ci saranno Alberto Garlini, Luca Doninelli, Carmine Abate, Ferruccio Parazzoli, Alessandro Zaccuri e Giuseppe Lupo.