Saggi, romanzi, memoir e volumi illustrati, per non dimenticare la Shoah
Nella tradizione ebraica si usa deporre sulle tombe, al posto di fiori, dei piccoli sassi per dimostrare che qualcuno ha visitato il luogo di riposo di un defunto, anche sconosciuto. Si tratta di un’antica usanza che risale a tempi antichissimi, quando le sepolture erano costituite da tumuli coperti di sassi impilati, che venivano via via sostituiti per garantire la loro durata nel tempo e preservarne la memoria.
Quella dei piccoli ciottoli appoggiati sulle lapidi dei cimiteri ebraici è un’immagine potentissima, nella sua semplicità: ci ricorda quanto sia necessario alimentare costantemente il ricordo, prendersene cura, non permettere che venga sgretolato dal passare del tempo.
Per la stessa ragione, ogni anno, nel Giorno della Memoria, tutto il mondo è chiamato a commemorare le vittime della Shoah. La ricorrenza cade il 27 gennaio per celebrare la liberazione dei sopravvissuti dal campo di concentramento di Auschwitz, grazie ai quali, per la prima volta, fu rivelato compiutamente il genocidio programmato di ebrei, rom, sinti, omosessuali, disabili e oppositori politici perpetrato dai nazifascisti.
Oggi che rimangono in vita sempre meno testimoni oculari di quell’orrore, è responsabilità di tutti noi preservare il ricordo di un passato che deve servire da monito. Far continuare a risuonare le voci, deporre pietre in onore dei morti.
Possiamo farlo anche attraverso i libri, quell’insieme di carta, inchiostro, storie e idee di cui i nazisti avevano così paura. Ve ne consigliamo alcuni appena usciti e per tutte le età, tra saggi, romanzi, memoir e volumi illustrati.
Saggi
Otto Friedrich, Il regno di Auschwitz, Solferino
Il campo di Auschwitz, come dicevamo, è diventato il simbolo della tragedia della Shoah. È proprio qui che il 12 maggio del 1942 circa 1500 ebrei arrivarono su un convoglio proveniente da Sosnowiec e vennero inviati direttamente alle camere a gas. Da quel momento, Auschwitz si trasformò da campo di concentramento e di lavoro in macchina progettata per l’annientamento sistematico di esseri umani. Milioni di esseri umani. Non sappiamo con esattezza quanti ebrei furono uccisi ad Auschwitz, fino all’evacuazione del 27 gennaio 1945, perché i nazisti bruciarono tutti i registri prima dell’abbandono. Tuttavia, tutto quello che sappiamo dalle testimonianze di sopravvissuti e carnefici è racchiuso tra le pagine di Il regno di Auschwitz, classico della letteratura sulla Shoah scritto dal giornalista americano Otto Friedrich e ora pubblicato da Solferino.
Deborah E. Lipstadt, Antisemitismo. Una storia di oggi e di domani, Luiss
Ma da dove viene l’odio irrazionale che ha alimentato la propaganda nazifascista? Perché sembra persistere anche oggi, seppur nascosto dietro diverse sembianze? Soprattutto, come possiamo sconfiggerlo per evitare che simili tragedie non si ripetano mai più? Deborah E. Lipstadt, storica americana nota per essersi battuta in prima persona contro il negazionismo, si pone queste e altre domande in un libro dal titolo Antisemitismo. Una storia di oggi e di domani, in uscita per Luiss University Press il 30 gennaio. Le risposte, secondo l’accademica, vanno cercate tanto nello studio della storia, quanto nella conoscenza reciproca. Così, per il suo saggio, sceglie una forma insolitamente personale. Il testo è infatti composto da una serie di scambi epistolari tra l’autrice e due personaggi fittizi e compositi, ispirati alle tante persone incontrate da Lipstadt nel corso della carriera.
Michele Guerra, Il limite dello sguardo, Raffaello Cortina Editore
Ricordare la tragedia dei lager significa anche confrontarsi con diversi tentativi di “far vedere” un evento traumatico di tale portata. Michele Guerra, docente di Teorie del cinema all’Università degli Studi di Parma, in Il limite dello sguardo (Raffaello Cortina Editore) analizza le “condizioni di visibilità” che hanno influenzato le modalità di trasmissione e di narrazione della Shoah. Attraverso alcuni casi di studio emeblematici, che coinvolgono diversi mezzi espressivi – da Notte e nebbia di Alain Resnais a Il figlio di Saul di László Nemes, dalle fotografie dell’Album Auschwitz a Austerlitz di Sergei Loznitsa, passando per i progetti artistici di Marc Adelman o di Shahak Shapira – traccia la storia visuale della Shoah e, allo stesso tempo, pone le basi per una riflessione più ampia sulla teoria dell’immagine. Queste opere, infatti, ci obbligano a cambiare il modo in cui ci poniamo rispetto al visivo, perché costruite sulla tensione tra ciò che vediamo e ciò che rimane invisibile nel fuori campo. Per Vedere, immaginare e sapere, scrive Guerra.
Illustrati
Alessandro Gatto, Il volo di Angelo, Silvana
Angelo Gatto era un giovane allievo ufficiale dell’aeronautica, catturato dai tedeschi l’8 settembre 1943 e deportato nel lager di Bergen-Belsen. Riuscì a sopravvivere per due anni alla fame e alle indicibili atrocità subite ogni giorno nei campi solo grazie al talento artistico, barattando i suoi ritratti con la vita. Il figlio Alessandro, diventato a sua volta illustratore, ha deciso di raccontare la storia del padre in uno toccante albo illustrato intitolato Il volo di angelo, pubblicato da Silvana Editoriale, collegato a sua volta a una mostra allestita presso Centro Culturale Casa Riese e visitabile fino a venerdì 7 febbraio. Le quarantasei splendide tavole, capaci di trasmettere, attraverso i toni cupi e terrosi, l’angoscia e la disperazione dei prigionieri, sono accompagnate dalle parole dello scrittore Marco Ballestracci.
Francesco Guccini – Serena Viola, Auschwitz, Lapis
«Son morto con altri cento. Son morto ch’ero bambino. Passato per il camino. E adesso sono nel vento» canta Francesco Guccini in Auschwitz. Le parole di Guccini hanno trovato forma e rappresentazione grafica nelle pagine dipinte di Auschwitz, albo illustrato pubblicato da Lapis, realizzato da Serena Viola. Si tratta di un’opera in cui musica, poesia e arte visiva si uniscono in un’unica esperienza sensoriale per stimolare la riflessione su più livelli. E in qualche modo, quel vento di cui parla Guccini, che porta con sé le ceneri dei bambini morti nei campi e che, quando l’uomo imparerà a vivere senza ammazzare, finalmente si poserà, trova la più potente rappresentazione nelle ariose pennellate di Viola. Questo fa di Auschwitz un’opera dolente ma, allo stesso tempo, piena di speranza per il futuro.
Romanzi
Olivier Guez, La scomparsa di Josef Mengele, BEAT
Hannah Arendt parlava di “banalità del male” nel magistrale saggio sul processo ad Adolf Eichmann. Di uomini come lui ce n’erano tanti, scriveva, «né perversi né sadici, bensí […] terribilmente normali». Lo scrittore e giornalista Olivier Guez sembra essere partito da questa idea per parlare di un altro noto criminale di guerra: Josef Mengele, medico responsabile dei terribili esperimenti condotti sui prigionieri di Auschwitz-Birkenau, che riuscì a sfuggire al processo di Norimberga, rifugiandosi in Sud America. Attraverso una rigorosa ricerca delle fonti, seguendone le tracce fino alla Buenos Aires del 1949, Guez prova a elaborare il profilo psicologico di Mengele, concentrandosi sulla sua “mediocrità”. Per seguirlo nella sua fuga, sceglie la forma del romanzo. Quello che emerge in La scomparsa di Josef Mengele, appena ripubblicato in edizione tascabile da BEAT Edizioni, è il ritratto di un uomo senza qualità, sprofondato nel male più assoluto non per ideologia, ma per tornaconto personale.
Christine Leunens, Il cielo in gabbia, SEM
Di Il cielo in gabbia di Christine Leunens, edito da SEM, vi abbiamo ampiamente parlato in occasione dell’uscita di Jojo Rabbit, il film di Taika Waititi candidato agli Oscar a cui è ispirato. Il protagonista, Johannes Betzler, è un ragazzo austriaco totalmente sedotto dalla propaganda antisemita del Führer. La sua vita cambia quando scopre che i suoi genitori nascondono una ragazza ebrea, Elsa. Dopo la loro scomparsa, Johannes, ossessionato dall’amore che crede di provare per la ragazza, arriva a mentirle sulle sorti della guerra per tenerla prigioniera di quattro mura. Sebbene la realtà dei lager sia percepita come lontana nel racconto claustrofobico di questa convivenza, il romanzo di Leunens mostra un altro lato della tragedia: ci parla dei segni indelebili rimasti sui corpi e sulla psiche di chi è cresciuto in quel clima d’odio profondissimo e insensato.
Chiara Iotti, No ve desmention. Richard Löwy e i giusti, Priuli & Verlucca
Nella lingua ladina, parlata nelle zone della Val di Fassa, «No ve desmention» significa «non vi dimentichiamo». È questo il titolo del romanzo d’esordio di Chiara Iotti pubblicato da Priuli & Verlucca, che ricostruisce la storia dell’ufficiale austroungarico ebreo Richard Löwy. L’uomo, che durante la Prima Guerra Mondiale salvò la vita agli abitanti di Moena e Val di Fassa, vent’anni dopo venne nascosto dai cittadini della valle, nel tentativo di scappare dalle deportazioni. Partendo da fatti reali e testimonianze, Iotti ricostruisce questa storia locale ricca di significato. Una storia, purtroppo, che ebbe un triste epilogo: il 4 gennaio 1944 i coniugi Löwy vennero trovati dai tedeschi e deportati a Auschwitz con lo stesso convoglio che trasportava Primo Levi, ma non fecero mai ritorno.
Diari e testimonianze
Renia Spiegel – Elizabeth Bellak, Il diario di Renia 1939-1942, Neri Pozza
«Ho solo voglia di un amico. Di qualcuno a cui poter parlare delle mie inquietudini e gioie quotidiane». Renia Spiegel, nata il 18 giugno 1924 nella Polonia sudorientale, inizia così il suo diario, appena pubblicato da Neri Pozza. È il settembre 1939, i nazisti hanno appena invaso la Polonia. Renia e sua sorella vivono con i nonni a Przemyśl, separate dalla madre rimasta a Varsavia. Renia, così, dai 15 ai 18 anni nascosta in una soffitta, inizia a affidare al diario pensieri, sogni e paure, finché la sua giovane vita non viene spezzata il 30 luglio 1942, giustiziata per strada dalla polizia nazista. Il diario, composto da sette quaderni scolastici cuciti insieme, fu conservato dalla sorella sopravvissuta, ma non fu letto da nessuno fino al 2012. La riscoperta di Il diario di Renia porta alla luce una testimonianza diretta di straordinaria importanza, pari a quella del Diario di Anne Frank. Una voce in cui i lettori più giovani, soprattutto adolescenti, potranno identificarsi.
Mario Calivà, Le leggi razziali e l’ottobre del 1943, Controluce
Anche in Le leggi razziali e l’ottobre del 1943, libro di Mario Calivà appena uscito per Besa-Controluce, si punta l’attenzione sulle storie personali dei singoli e su come tutto cambiò in seguito all’avvento delle Leggi razziali. La dimensione su cui si concentra è quella più locale, circoscritta alla Capitale. Dopo una ricostruzione storica del periodo delle Leggi razziali e dell’occupazione di Roma, Calivà raccoglie nel volume una serie di interviste che riportano le numerose testimonianze dei sopravvissuti della Comunità ebraica romana.
Sarah Kaminski – Maria Teresa Milano, I bambini raccontano la Shoah, Sonda | 10 +
I bambini raccontano la Shoah (Edizioni Sonda), è un volume dedicato ai ragazzi dai 10 anni in su che contiene storie in grado di ricordare ai più giovani quanto il male possa essere combattuto con coraggio e dignità. Le testimonianze presenti al suo interno parlano di ragazzi come loro, con cui possono condividere emozioni, speranze e paure. Storie autobiografiche come quelle di Lia Levi e Uri Orlev, che hanno vissuto sulla loro pelle le persecuzioni razziali; di Ela e Marian Kaminski, che hanno saputo rifarsi una vita dopo la guerra; di Cesare Alvazzi Del Frate, ragazzo che scelse di unirsi ai partigiani. Storie ereditate dai propri genitori, come quella raccontata da Sarah Kaminski sul ghetto di Lodz e i suoi piccoli prigionieri costretti a lavorare per sopravvivere. Infine, storie vere che sembrano fiabe – e delle fiabe conservano il lato più oscuro – come quella della fortezza di Terezín raccontata da Maria Teresa Milano. Si tratta di un libro utile anche dal punto di vista didattico, perché arricchito con schede informative e materiale di carattere storico-artistico. L’introduzione, inoltre, è firmata dallo scrittore David Grossman.
Carlo Scataglini, Il diario di Anne Frank, Erickson | 6 +
«Sono partecipe del dolore di milioni di persone, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto tornerà a volgersi al bene». Quello che colpisce, durante la lettura di Il diario di Anne Frank, è la voglia di vivere di questa giovanissima ragazza, in netto contrasto con le atrocità del periodo storico di cui è stata vittima. Questo grande classico viene ora riproposto da Centro Studi Erickson in una versione semplificata, corredata di organizzatori cognitivi e facilitatori, per permettere a tutti i ragazzi, anche con difficoltà di lettura e comprensione del testo, di avvicinarsi alla straordinaria testimonianza lasciata da Anne. L’edizione, a cura di Carlo Scataglini, uno dei più grandi esperti italiani nel campo, può essere anche ascoltata come un audiolibro, grazie ai QR-code presenti all’inizio di ogni capitolo.