Delitti e british humour nello strepitoso esordio di Richard Osman. E arriva la diretta streaming su PDE Facebook.
Pensionati adorabili e dalla luciferina prontezza di spirito, speculatori senza scrupoli e gangster dal tirapugni facile. Per il suo esordio, Il club dei delitti del giovedì (SEM), Richard Osman presentatore e produttore televisivo inglese di travolgente popolarità, ha scelto di mescolare giallo tradizionale e noir urbano usando come reagente una generosa dose di humour. Insomma, Miss Marple meets Guy Ritchie, il tutto affondato nel più britannico dei paesaggi, le meravigliose colline, gli educatissimi boschi, le sornione coste del Kent, pochi chilometri a sud est di Londra, tra borghi pittoreschi e una residenza per anziani che ci fa urlare dalla voglia di andare in pensione abbastanza sani e abbastanza ricchi da poterci anche noi permettere un appartamento o, Dio non voglia!, un cottage nell’idilliaco ex convento di Coopers Chase.
Ma di tutto questo se ne parla venerdì 27 novembre alle ore 18.00 nel corso di una diretta sulla pagina Facebook di PDE, con Richard Osman a colloquio con Diego De Silva e con la partecipazione di Riccardo Cavallero, l’editore (che già ci aveva raccontato di questo libro QUI).
A Coopers Chase fervono le attività sociali, sicché, tra un torneo di bridge e un ciclo di conversazioni in francese, un ristretto ma ben assortito manipolo di residenti ha dato vita al Club dei delitti del giovedì: Ibrahim è un ex psichiatra, Ron è un ex leader sindacale, Joyce, da poco coinvolta nel club, è un’ex infermiera, Elizabeth è un’ex non si sa cosa, circonfusa di mistero, ma non ci stupiremmo se in gioventù avesse avuto una tresca con Bond, James Bond. E poi c’è Penny, che è all’origine del club, e da ex poliziotta, per passare il tempo, aveva convinto i suoi amici a “ripassare” assieme antichi cold case per cercare di ipotizzare un loro scioglimento postumo. Penny ormai da un po’ è ricoverata nel vicino ospedale, non ha mai ripreso conoscenza, ma Elizabeth le fa visita ogni giorno e non rinuncia a metterla al corrente dei progressi del club.
Il fatto è che, tra un tè e una torta al limone, arriva il giorno in cui un delitto avviene sul serio. E se non bastasse, salta fuori un cadavere di chissà quando. E poi si aggiunge una terza morte, clamorosamente servita di fronte a tutta la comunità. E si scopre che attorno a Coopers Chase e al bel cimitero di monache poco a monte, girano interessi poco chiari, che tanti soldi sono in ballo. E che loschi figuri sono coinvolti. Scopriamo insomma che la pastorale quiete della campagna inglese, non ospita solo pacifiche greggi e lindi vegliardi. Chi è davvero il sordido Ian Ventham, deciso a spianare la collina per ampliare a dismisura il già redditizio ricovero? E il truce tuttofare Tony Curran? E l’enigmatico, nonché polacco, Bogdan? E in tutto questo pasticcio, come entra il figlio di Ron, un passato di pugile e ora avviato alle comparsate nei reality di seconda fascia?
Tanti interrogativi si rovesciano sul nostro club (dopo una trentina di pagine ogni lettore si ritiene a buon diritto membro della congrega), ma non lasciano indifferenti neppure le forze dell’ordine locali, cui ci si affeziona come al resto del cast, cattivi compresi. Di tutto il corpo di polizia noi conosceremo il capo, Chris, triste, solo e sovrappeso, ma non privo di fascino, e Donna, di cui possiamo pensare solo tutto il bene possibile.
La costruzione è intelligente, un classico rompicapo da giallo classico, qualche cazzotto vola comunque (grazie Tony, grazie Jason, grazie Bogdan), si sorride tanto e capita, alla fine, persino di commuoversi un po’. Forse per questo nel Regno Unito il romanzo di Richard Osman tra polverizzando le classifiche. E in attesa del film o della serie – o di tutti e due – cercatevi una poltrona comoda, accendete la più intima delle abat-jour, tagliatevi una fetta del più soffice plum-cake e abbandonatevi alla lettura. Che pace. Che spasso.