All’indomani dell’assalto a Capitol Hill, ecco alcuni libri per capire cosa sta succedendo Oltreoceano
Nella storia degli Stati Uniti d’America il Campidoglio è stato teatro di atti violenti, sparatorie ed esplosioni. Tuttavia, non era mai successo che una folla di civili irrompesse nel palazzo del Congresso a Washington.
Mai, fino a mercoledì 6 gennaio, quando un folto gruppo di sostenitori del presidente uscente Donald Trump ha fatto irruzione nel complesso, nel giorno di ratifica della vittoria di Joe Biden.
Le tensioni sono cominciate ben prima dell’assalto. Trump, tornato a ribadire le sue accuse infondate di brogli elettorali, ha prima fatto pressioni sul suo vicepresidente Mike Pence perché respingesse, in veste di presidente del Senato, i grandi elettori scelti.
Dopo il rifiuto di Pence, si è dunque rivolto ai suoi sostenitori che aspettavano fuori dal palazzo del Congresso: «Non accetteremo mai la sconfitta».
I manifestanti, molti dei quali armati, hanno superato – sembra piuttosto facilmente – le barriere della polizia e sono allora penetrati nell’edificio, che è stato subito evacuato. Le immagini dell’attacco hanno fatto il giro del mondo.
Tra le centinaia di aspiranti golpisti, quello che ha fatto più parlare di sé è stato sicuramente Jacob Anthony Chansley, detto Jake Angeli, fotografato dietro il seggio del presidente del Senato con il petto nudo, la faccia dipinta e un cappello di pelliccia con le corna e arrestato domenica 10 gennaio. L’uomo è noto sostenitore della teoria complottista QAnon, nata in seno agli ambienti di estrema destra, secondo la quale esisterebbero “poteri occulti” impegnati a impedire che Trump smascheri un network internazionale di satanisti pedofili,
L’insurrezione ha causato quattro morti e decine di feriti e si è conclusa nella notte. In mattinata, il 7 gennaio, il Congresso ha proclamato Joe Biden e Kamala Harris rispettivamente presidente e vicepresidente degli Stati Uniti d’America, in carica a partire dal 20 gennaio.
Si tratta di un episodio gravissimo e di certo non privo di conseguenze, prodotto diretto delle politiche, delle modalità di comunicazione, del populismo di Donald Trump. Ci si interrogherà a lungo sugli eventi del 6 gennaio, molte pagine verranno scritte.
Per ora, possiamo provare a capire qualcosa in più della situazione politica e sociale negli USA attraverso i libri che sono già stati scritti. Saggi e romanzi, per capire le radici di questa crisi, strettamente legata a problemi sistematici quali la violenza di Stato, la disuguaglianza sociale, il razzismo e suprematismo bianco. Ecco, dunque, alcuni suggerimenti.
Saggi
Bob Woodward, Paura.Trump alla Casa Bianca, Solferino
Il nome di Bob Woodward è famoso anche in Italia. Fu lui, coi suoi reportage, a far scoppiare il caso Watergate e a costringere alle dimissioni Richard Nixon. Paura. Trump alla Casa Bianca è la sua inchiesta più recente. Pubblicato nel 2018, il libro si propone di fornire il ritratto più intimo e veritiero mai pubblicato durante il mandato di un presidente. A maggior ragione, crediamo sia una lettura fondamentale dopo i fatti di Capitol Hill, per capire la figura di Donald Trump. Woodward ricostruisce aneddoti e follie di Crazytown, come gli stessi collaboratori di Trump chiamano gli uffici presidenziali, scandali e insabbiamenti, giri di russi, licenziamenti in tronco di ministri e alti funzionari. Insomma, una presidenza “caotica e disfunzionale”, che lascerà dei segni.
Germano Dottori, La visione di Trump, Salerno Editrice
Quello che sta accadendo, secondo Germano Dottori, Consigliere scientifico di Limes, non è un incidente di percorso. L’elezione di Trump nel 2017 sembra invece il risultato di tendenze iniziate all’indomani stesso della fine della Guerra Fredda, che hanno la loro radice ultima nella nuova struttura del sistema internazionale e nella riluttanza dell’opinione pubblica statunitense ad esercitare un ruolo di natura imperiale. In La visione di Trump si propone quindi di descrivere gli effettivi obiettivi perseguiti da Donald Trump sulla scena internazionale, inquadrandone le scelte in una prospettiva di lungo periodo. Il libro sostiene una tesi che ormai sta facendosi largo anche tra gli analisti americani, secondo la quale molti aspetti della strategia trumpiana siano destinati a sopravvivergli.
Massimo Gaggi, Crack America, Solferino
Editorialista del Corriere della Sera, Massimo Gaggi è stato per molti anni corrispondente da New York. In Crack America racconta gli Stati Uniti puntando l’attenzione su enormi e poco conosciuti problemi di politica interna: dall’arretratezza delle infrastrutture, ferme a quasi un secolo fa, all’inadeguatezza del sistema sanitario, con decine di milioni di persone senza copertura medica. Gaggi ci parla anche dell’Università, dove rischia di scoppiare una bolla, e del lavoro, abbondante secondo le statistiche che, però, mascherano gravi problemi sociali. Un libro in cui, naturalmente, trova grande spazio anche Donald Trump, col suo contagio populista: conseguenza, più che causa, dell’involuzione di un Paese sull’orlo della bancarotta sociale ed economica e caratterizzato da un profondissimo divario economico tra i pochi ricchi e i molti poveri.
Alessandro Portelli, Il ginocchio sul collo, Donzelli
L’America, la violenza, il razzismo. Sono temi direttamente collegati all’assalto di Capitol Hill. Alessandro Portelli parte dall’omicidio di George Floyd, afroamericano assassinato da un poliziotto bianco durante l’arresto il 25 maggio 2020 a Minneapolis. Come si è arrivati a questa situazione? Cosa ci dice questo sugli Stati uniti di ieri e di oggi? Alessandro Portelli, americanista e studioso capace di intrecciare racconto storico e immaginari letterari, simbolici e musicali, ripercorre questa storia in Il ginocchio sul collo. Una storia che riguarda tutti i luoghi in cui si vivono disuguaglianze sociali e violenza di stato. Non mancano, infatti, i riferimenti alla realtà italiana, a casi come quello di Cucchi e Aldrovandi. Portelli, inoltre, riflette sulla distruzione delle statue, sulla furia che si scatena sul marmo come risposta alla violenza sui corpi. Si chiede che significato abbiano oggi quelle immagini che, in quanto celebrazioni del potere, non possono essere neutre.
Roberto Festa, L’America e il nostro scontento, Elèuthera
L’America e il nostro scontento racconta la storia del viaggio intrapreso da Roberto Festa tra il 2015 e il 2017, gli anni del passaggio di potere tra Barack Obama a Donald Trump. Festa raccoglie tante storie mentre percorre da Nord a Sud, dalla costa Est al Midwest, un’America spaccata, in piena crisi di identità e declino. Ci racconta la storia mai chiusa di tre ragazzi uccisi dal Ku Klux Klan in Mississippi, al tempo del movimento per i diritti civili. L’epidemia di morti per eroina nelle zone ex industriali devastate dall’assenza di lavoro e speranza. Gli omicidi di medici, la paura e la rabbia seminati dalla guerra sull’aborto. E ancora le attese e l’ira dei giorni dell’insediamento di Donald Trump, e i nuovi stili di vita, sesso e affetti della comunità omosessuale. Racconti in presa diretta ci restituiscono il ritratto di un’America profonda che l’elezione di Trump ha riportato al centro della scena.
Craig Unger, Casa di Trump, casa di Putin, La nave di Teseo
Casa di Trump, casa di Putin è la prima indagine completa sulla relazione decennale tra Donald Trump, Vladimir Putin e la mafia russa. Un libro appassionante come un thriller, lettura essenziale per comprendere i veri poteri che manovrano nell’ombra il mondo in cui viviamo. Craig Unger segue le tracce dell’alleanza tra le alte sfere della politica americana e i protagonisti del mondo sommerso della mafia russa. Una storia avvincente che inizia negli anni settanta – quando Trump fa la sua comparsa nel settore immobiliare di New York, un mondo pieno di soldi e in espansione – e che culmina con la sua elezione a presidente degli Stati Uniti. Senza Trump, sostiene Unger, alla Russia sarebbe mancato un elemento chiave per tornare alla sua grandezza imperiale. Senza la Russia, Trump non sarebbe stato presidente.
Massimo Teodori, Il genio americano, Rubbettino
Massimo Teodori, storico e americanista, analizza in Il genio americano il periodo precedente alle elezioni americane del 2020, soffermandosi in particolare sulla gestione di Trump dell’emergenza da Covd-19. Di fronte al virus, il presidente uscente ha infatti tenuto una linea ambigua e oscillante tra la sottovalutazione arrogante e la propaganda muscolare. Non pensate che questo saggio abbia perso di attualità ora che conosciamo il risultato delle presidenziali. Anzi, l’ombra del trumpismo grava oggi più che mai sul clima politico e sociale statunitense, come abbiamo visto nei giorni scorsi. Come battere il populismo, il nazionalismo e il razzismo di Trump e dei suoi sostenitori? E come risollevarsi dalla pandemia, che ha colpito duramente il Paese mettendo in luce, ancora una volta, le iniquità del sistema?
Barack e Michelle Obama, Yes we can. Yes we did, La nave di Teseo
Per anni, Barack e Michelle Obama sono stati l’incarnazione del desiderio di cambiamento e uguaglianza degli Stati Uniti. In Yes we can. Yes we did sono raccolti i discorsi di commiato del quarantaquattresimo Presidente degli Stati Uniti d’America e della First Lady. I testi presenti nel volume sono una sintesi degli ideali più grandi che hanno animato le loro politiche, negli anni direttamente precedenti alla presidenza di Trump, antitetica nei modi e soprattutto nelle istanze. «Il lungo corso dell’America è stato definito dal movimento in avanti, dal costante allargamento del credo dei Padri Fondatori perché abbracciasse tutti e non solo alcuni», ha detto Obama nel discorso dell’8 novembre 2017 a Chicago.
Romanzi
Sinclair Lewis, Da noi non può succedere, Passigli
Nel 1935 Sinclair Lewis, primo scrittore americano a vincere il premio Nobel nel 1930, pubblica un romanzo di fantapolitica in cui di fantastico c’è davvero poco. Si intitola Da noi non può succedere e ipotizza la scalata al governo degli Stati Uniti di un leader populista, filofascista e filonazista, Buzz Windrip, costruito sul prototipo di Long, pronto a tutto pur di conquistare il potere. Per arrivare dove si è prefissato non risparmia i colpi bassi, promettendo di riportare il paese alla ricchezza e al benessere e di fare l’America “di nuovo grande”. Una volta al potere, organizza forze paramilitari, i minutemen, e campi di concentramento per i dissidenti, imbavaglia l’informazione, e scatena l’ostilità delle masse verso i migranti dal Messico, gli ebrei, i neri, riduce i diritti delle donne e militarizza la magistratura. Questa storia vi ricorda qualcosa o qualcuno? Ne abbiamo parlato qui.
Howard Jacobson, Pussy, La nave di Teseo
Pussy è la storia del principe Fracassus, presunto erede del ducato di Origene, famoso per i suoi grattacieli e casinò dalle porte dorate, sulle cui spalle pesano le speranze del padre e della Repubblica fortificata di Urbs-Ludus. Fracassus trascorre la sua infanzia guardando reality show, immaginando di essere l’imperatore romano Nerone, spiando sotto le gonne della sua istitutrice. È pigro, vanaglorioso, non ha maniere, nessuna curiosità, nessuna conoscenza, nessuna idea e nessuna parola per esprimerle. Potrebbe, in tal caso, essere il vero leader per rendere di nuovo grande il paese? Howard Jacobson, maestro della letteratura umoristica inglese, ci regala una satira tagliente e irresistibile su Donald Trump.
Tayari Jones, Un matrimonio americano, Beat
Cosa significa essere una persona nera negli Stati Uniti? Vivere nella paura, con l’idea di poter essere vittima di discriminazioni, soprusi e violenze in ogni momento. «Significava vivere sotto assedio», risponde Tayari Jones in questa intervista. La scrittrice, vincitrice del Women’s Prize for Fiction proprio per Un matrimonio americano, racconta questa esperienza attraverso la storia di coppia afroamericana di Atlanta, Roy e Celestial. Roy viene dalla classe operaia. Ha lottato per emergere, finito il college e ha un buon lavoro. Celestial è una promettente artista. Un’accusa infondata di stupro arriva a sconvolgere le loro vite. Il libro di Jones, però, non si concentra sulla terribile vicenda giudiziaria, ma sulla dimensione più intima e personale di questa tragedia che coinvolge due persone che si amano e che a un certo punto si scoprono lontanissime a causa di un sistema iniquo basato sul pregiudizio e sull’incarcerazione di massa. Ne abbiamo parlato qui.
Esi Edugyan, Le avventure di Washington Black, Neri Pozza
Il protagonista di Le avventure di Washington Black è un ragazzo di undici anni che potrebbe ricordare personaggi iconici del romanzo d’avventura americano come Huckleberry Finn e Tom Sawyer. George Washington Black detto Wash, però, è nato schiavo e vive in una piantagione di zucchero delle Barbados. Esi Edugyan, scrittrice due volte vincitrice del Premio Giller, ci regala un grande romanzo picaresco per tutte le età, particolarmente adatto ai più giovani, che unisce una profonda riflessione sulla schiavitù coloniale e sui rapporti con le proprie radici – temi ricorrenti nelle opere di Edugyan – al gusto per la pura narrazione d’avventura. Una storia di pura fantasia, ma che contiene tante verità sul passato e presente e speranze per il futuro. Ne abbiamo parlato qui.
Prossimamente in libreria
Robert Reich, Il sistema, Fazi
Robert Reich è figura di spicco della politica americana. È stato Segretario del lavoro durante l’amministrazione Clinton e oggi è professore ordinario di Politiche pubbliche presso la Goldman School of Public Policy. Con Il sistema, nelle librerie dal 21 gennaio, si propone di portare avanti una lucida e spietata analisi del capitalismo statunitense. Mostra, con esempi concreti, come le élite politiche ed economiche abbiano cospirato per creare un sistema sempre più oligarchico, annientare la classe media e minare la democrazia. L’obiettivo di Reich non è quello di alimentare il cinismo e l’antipolitica, ma piuttosto quello di demistificare il sistema e mostrare come esso possa essere radicalmente trasformato, per far sì che la democrazia torni a servire gli interessi dei molti e non solo dei pochi.
Dan Morain, A proposito di Kamala. Una vita americana, Solferino
Nonostante l’assalto al Congresso, Kamala Harris è stata proclamata ufficialmente vicepresidente il 7 gennaio. È la prima donna nella storia degli Stati Uniti a rivestire tale carica, nonché seconda donna afroamericana e la prima persona di discendenza indiana mai eletta al Senato degli Stati Uniti. Qual è la sua storia? Figlia di immigrati, sua madre era una ricercatrice indiana emigrata in California a 19 anni, suo padre un professore di economia giunto negli Stati Uniti dalla Giamaica. Con determinazione, Harris sfonda molti muri e nel 2003 diventa procuratrice distrettuale di San Francisco, mentre nel 2010 prima è nominata procuratrice generale della California. Nel 2016 è eletta Senatrice, poi Joe Biden la indica come sua vice. In A proposito di Kamala, nelle librerie dal 21 gennaio, Dan Morain ci racconta la sua storia.