Saggistica e narrativa. Da una costola di Erickson nasce una nuova casa editrice. Intervista al direttore editoriale Fabio Di Pietro
Giovedì 20 maggio nasce una nuova casa editrice. E questa è una bella notizia. Ancora più bella, sapendo che nasce già robusta, con alle spalle l’esperienza e la solidità di un marchio come Erickson. A differenza però dalla casa madre, Il Margine abbandona i territori conosciuti e saldamente presidiati di una editoria specializzata nel mondo dell’infanzia, della scuola, della pedagogia, dell’educazione per avventurarsi nella varia più generalista, per parlare a un pubblico ampio colto, curioso, ma non per forza professionale, non per forza motivato da necessità pratico-conoscitive. E quindi romanzi e saggi, acquisizioni di autori consolidati e scoperta di nuove voci, novità assolute e riproposte a un nuovo pubblico di titoli importanti dal catalogo storico della “casa madre”.
Chi meglio del direttore editoriale poteva raccontarci il progetto e le concrete prime uscite, le ambizioni e le intenzioni della nascente sigla editoriale trentina. Fabio Di Pietro, è arrivato alla direzione editoriale di Erickson da pochi anni, proveniente proprio dall’editoria di varia: dalle origini agli Oscar Mondadori all’intenso periodo in Feltrinelli. Con Il Margine, quindi, torna un po’ alle origini e rimette in gioco antiche competenze e vocazioni.
Con lui e con altri protagonisti di questa nuova avventura: Alessandra Cavallin, responsabile Promozione Librerie, Federico Zappini, responsabile Area Culturale il Margine, e uno degli autori dell’esordio, Maurizio Carta, lunedì 17 maggio alle 11.00 parleremo del Margine, di cosa significa progettare e lanciare una nuova sigla editoriale. L’incontro, pensato per le librerie e i librai, ma rivolto a tutti, si svolgerà sulle pagine Facebook de Il Margine e di PDE, a questo indirizzo: https://www.facebook.com/events/2639287863035935/.
Il 20 maggio alle 18.00, in compenso, Il Margine festeggerà il suo esordio con la prima presentazione di un libro: Vito Mancuso a colloquio con Fabio Di Pietro ci guiderà nelle pagine del suo La bellezza, la legge e Dio.
Ma ora la parola a Fabio Di Pietro.
Erickson è una importante casa editrice, con un ampio catalogo e un variegato ventaglio di ambiti d’intervento, ma fondamentalmente specializzata: il mondo dell’infanzia, la scuola, la didattica, la pedagogia. Cosa vi ha spinti a varare una sigla totalmente di varia, a entrare nel campo dell’editoria generalista, narrativa e saggistica per tutti?
Ci ha spinti lo stesso intento che generò Erickson nell’ormai lontano 1984: influire positivamente sulla società, contribuendo alla diffusione di idee che possano fare la differenza nella vita delle persone. Erickson lo fa diffondendo “idee che aiutano”, come recita il nostro motto, negli ambiti dell’Educazione, del Sociale, della Sanità e della Psicologia. Il Margine lo farà portando le “idee al centro” citate nel suo motto, diverso ma consonante a quello ericksoniano: proprio ai margini dei consueti tavoli di discussione, ai margini dei salotti buoni della cultura, ai margini delle tematiche diventate ormai luoghi comuni e dei soliti nomi nascono spesso le idee più potenti, feconde, fertili – ma perché queste idee possano incidere positivamente devono essere notate, curate, rese pubbliche e quindi “pubblicate” e messe, appunto, al centro.
Il Margine quindi è rivolto a qualunque lettore, ma non è un editore qualunque: ha una personalità definita, frutto di scelte precise che ci guidano dalla selezione editoriale alla costruzione di una comunità dialogante attorno ai libri che pubblicheremo.
Che struttura avete dato a Il Margine? Che rapporti, anche produttivi e di staff ci sono con Erickson?
Teniamo molto all’autonomia del marchio Il Margine, seppur in armonia e vicinanza con il marchio Erickson: per garantire questa autonomia, Il Margine si avvale di risorse dedicate sugli aspetti chiave del lavoro editoriale, a partire dallo scouting e dalle molte sfaccettature del publishing, fino alla grafica e agli aspetti cartotecnici. Altri colleghi lavorano, di concerto con la struttura editoriale, alla costruzione di una più ampia area culturale che faccia riferimento ai temi e agli autori Il Margine, per favorire la diffusione delle idee che sono e saranno sempre al centro del nostro progetto.
Come state procedendo nello strutturare l’inizio di un catalogo? Quali filoni, quali autori? Pensate di pescare anche dal catalogo Erickson per operare riproposte con nuova veste e nuova destinazione?
Il Margine pubblica e pubblicherà opere di qualsiasi epoca, provenienza, area tematica: “qual è l’idea forte al centro di questo libro?” – se siamo in grado di rispondere con convinzione a questa domanda si tratta di un libro adatto al Margine. Cerchiamo e pubblichiamo libri “di emersione”, concreti, non isole ma oggetti di pensiero dialoganti fra loro e con i loro lettori. Pur con questa grande apertura di fondo, alcuni precisi filoni di lavoro si distinguono già dalle pubblicazioni previste per l’anno d’esordio. Il primo è una narrativa che non si limita a intrattenere ma incide con le sue idee (come La lingua del tempo di Eva Hoffman, toccante storia vera di migrazione ed equilibrio fra culture diverse, e Orsola di Fabio Folgheraiter, favola contemporanea in bilico fra realtà e immaginazione, fra romanzo e saggio, sull’importanza del prendersi cura gli uni degli altri).
Il secondo è una saggistica concreta, non accademica, che si prende a cuore presente e futuro (ad esempio Città aumentate di Maurizio Carta, su come aprire le nostre metropoli al futuro con le giuste scelte urbanistiche). Il terzo filone sono i classici da riscoprire, sempre in dialogo con il presente (partiamo con Utopia di Thomas More, introdotto dal divulgatore culturale Riccardo Dal Ferro che porta su Twitch e Youtube i grandi temi della filosofia e del dibattito civile). E infine, ultimi ma non ultimi, i dialoghi fra intelligenze affini e diverse su grandi temi e grandi idee – rieccole, le nostre idee (un esempio luminoso sarà La bellezza, la legge e Dio di Vito Mancuso e Guido Rispoli). Con gli stessi criteri stiamo selezionando con cura alcune opere che dal catalogo storico Erickson possono essere oggi meglio valorizzate all’interno del nuovo catalogo Il Margine: parliamo di autori come Zygmunt Bauman e Edgar Morin, cui dedicheremo a inizio estate tre uscite speciali per celebrare i cento anni di uno dei più alti e dinamici maestri del pensiero contemporaneo.
Quale sarà la “intensità produttiva” de Il Margine, una volta a regime?
Prevediamo di pubblicare attorno ai venticinque titoli all’anno. Fra questi, grossomodo tre quarti saranno di saggistica e il rimanente quarto di narrativa. Circa un quinto degli autori prevediamo che siano classici, sempre scelti per la viva, attuale rilevanza delle idee contenute nelle opere che pubblicheremo, non per fama o bellurie stilistiche.
Che lettore vi immaginate?
Un lettore curioso ma non specializzato. Un lettore libero e attivo che si incuriosisce, si informa, non aderisce per partito preso a ideologie prefabbricate: un uomo o una donna che vuole agire concretamente nella società acquisendo strumenti per farlo. Ci rivolgiamo a chi vuole leggere e scrivere le pagine del grande libro del mondo e della società.
Come si lancia una nuova casa editrice? Quali iniziative di marketing sono state concepite per l’ingresso in libreria?
Il primo passo è senza dubbio la costruzione di un’identità, prima di tutto attraverso le scelte editoriali e subito dopo, quasi contemporaneamente, elaborando un progetto grafico intelligente, che metta la bellezza al servizio dell’identità. Nel nostro caso: al servizio dei titoli e degli autori, al servizio delle idee – che devono essere al centro dei nostri libri sin dalla grafica di copertina. Attorno ai libri stiamo costruendo le basi di quella che auspichiamo diventi una comunità di persone, prima che di lettori, desiderosi di confrontarsi sui temi e le idee che porteremo sugli scaffali con i nostri titoli. Lo stiamo facendo con interviste, con presentazioni e incontri (da non perdere quello con Vito Mancuso il prossimo 20 maggio), con un paziente e crescente lavoro di comunicazione e confronto sui principali social network. E in futuro lo faremo, come dicevo poc’anzi, costruendo attorno al marchio editoriale un’area culturale che possa operare anche attraverso eventi, webinar, incroci fertili con la società civile.
Anticipazioni in merito alle prossime uscite?
In autunno saremo onorati di portare alla luce, con l’intensa introduzione di Erri De Luca, una vera gemma: L’alibi di Henry Bordeaux, un limpido racconto sul senso della giustizia di un autore scomparso nel 1963, Accademico di Francia e fin qui trascurato nel nostro paese. Porteremo anche finalmente in Italia un agguerrito, incendiario testo di Paulo Freire, Il diritto e il dovere di cambiare il mondo, sull’inevitabilità della lotta contro le ingiustizie sociali e un potentissimo saggio autobiografico della filosofa Susan Brison sulla ricostruzione del sé e della vita dalle macerie lasciate da un brutale stupro.
A settembre sarà anche il momento di riflettere grazie all’illuminante Ground Zero di Stefan Weidner, sul vero e proprio Big Bang del mondo contemporaneo che è stato l’11 settembre 2001, ormai vent’anni dopo. Ci faremo anche guidare da Davide Sapienza, principale esperto e bardo londoniano nazionale, alla riscoperta di Prima di Adamo, un visionario capolavoro di Jack London messo ingiustamente in ombra dalle più celebri opere dedicate alla wilderness, un libro che attraverso la preistoria illumina le dinamiche violente e arcane che dominano i rapporti fra le tribù umane, nell’era delle caverne come ai giorni nostri. Ma queste, sul sentiero del Margine, sono solo le prime bricioline di pane…