Arriva in sala il film di Patrice Leconte tratto dal romanzo Maigret e la giovane morta di Georges Simenon
Torna sul grande schermo il leggendario commissario francese nato dalla penna di Georges Simenon e questa volta ha il volto di uno degli attori francesi più conosciuti dal grande pubblico, Gérard Depardieu. Il 15 settembre, grazie ad Adler Entertainment, Maigret di Patrice Leconte arriva nelle sale italiane.
Il film è tratto liberamente dal romanzo Maigret e la giovane morta, quarantacinquesimo della serie con protagonista il celeberrimo personaggio nato dall’immaginazione di Georges Simenon, il cui catalogo è pubblicato in Italia da Adelphi.
«Quello che mi è piaciuto subito è stata la sua scrittura quasi cinematografica: Simenon ritrae persone normali, persone che sembrano non avere una storia, ma che si rivelano averne una. Le atmosfere, i luoghi, i sentimenti, le difficoltà e questo cast di personaggi spesso travolgenti mi hanno travolto, commosso» dice Leconte, raccontando il suo incontro con la narrativa dell’autore francese. «Ero sensibile anche all’economia delle parole, alla concisione, alla capacità di Simenon di esprimere universi formidabili e personaggi strani o modesti con un minimo di parole. I suoi libri non superano mai le 200 pagine e sono scritti in maniera esemplare».
Patrice Leconte, coadiuvato dallo co-sceneggiatore Jérôme Tonnerre, ha così provato a tradurre il linguaggio di Simenon in immagine. Per l’occasione ha scelto una delle sue opere più crepuscolari. Racconta il regista: «Con Jérôme Tonnerre, con il quale ho scritto diversi film, condividiamo la stessa ammirazione per Simenon e, naturalmente, volevamo immergerci nel suo universo. È stato allora che Jérôme mi ha fatto notare che Maigret non aveva avuto trasposizioni cinematografiche dal 1958, con Jean Gabin nel ruolo del commissario e Jean Delannoy alla regia».
«Quindi dovevamo adattare un Maigret, ma volevamo che la trama si svolgesse a Parigi perché, ai miei occhi, è legato ad alcuni luoghi emblematici come il Quai des Orfèvres (il palazzo di giustizia di Parigi, ndr) o le Batignolles (quartiere amministrativo di Parigi, ndr). Jérôme poi si è imbattuto in Maigret e la giovane morta, che io non conoscevo: quando l’ho letto, si è imposto come un’evidenza, perché in quest’opera c’è una ricchezza emotiva senza precedenti: Maigret cerca non tanto l’assassino, quanto questa giovane ragazza che è stata pugnalata e che nessuno sembra conoscere».
«Quello che mi piace di Simenon, come di Balzac o Moravia, è l’arte del dettaglio, ma anche la sua capacità di scrivere un romanzo in nove giorni e di raffigurare grandi storie e grandi personaggi concentrandosi su una piccola città e su un ambiente popolare» dice Gérard Depardieu, attore scelto per mettere incarnare la dimensione più intima di questa inchiesta del commissario.
«In Maigret, ha letteralmente abitato il suo personaggio: ha un senso immediato del tono, della scena, dell’intenzione. Poiché c’era fiducia tra noi, se gli chiedevo di cambiare il tono della scena, accettava subito perché ama recitare. Ciò che gli è davvero piaciuto è stato incarnare un personaggio grande come lui», dice Leconte, che definisce l’attore francese con un verso di Mallarmé: «Calmo blocco così in basso caduto in un disastro oscuro».
Il film è già nelle sale, mentre il libro, va da sé, vi aspetta in libreria, pubblicato naturalmente da Adelphi.