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La scienza è per tutti

19 settembre 2022 | feltrinelli
La scienza è per tutti

Entra in PDE Espress, casa editrice torinese specializzata in divulgazione scientifica. Intervista a Valentina Castellan.

Si chiama Espress ed è una casa editrice torinese che si occupa di scienza. Nel suo ancora giovane catalogo fanno la loro comparsa biografie di scienziati, saggi sul sonno e sulla storia sociale del grasso, volumi sulla storia e civiltà del pane e libri che ci raccontano come si evolvono la mente e la cultura. Come il borghese gentiluomo di Molière si accorgeva con sorpresa di parlare in prosa, noi scopriamo che la scienza è presente in ogni aspetto della nostra vita e proprio quello della “scienza nel quotidiano” è il terreno elettivo della casa editrice. Dal mese di ottobre, Espress farà il suo ingresso nel portafoglio di PDE con il suo catalogo e con una salva di novità estremamente interessanti.

E allora, chiediamo a Valentina Castellan, direttore editoriale della casa editrice, con quale progetto e quali ambizioni è nata Espress?

Espress è nata con un’ambizione forte, che è quella di contribuire a colmare una carenza di conoscenza scientifica purtroppo radicata nella cultura del nostro Paese, probabilmente legata alla struttura scolastica, nella quale le materie scientifiche sono presenti, ma sempre presentate, e di conseguenza vissute, come qualcosa di complicato, di difficile, di esclusiva competenza di pochi specialisti. E però crediamo che esista una domanda di conoscenza scientifica e vorremmo cercare di dare una risposta a questa domanda. Come si diceva, tra l’altro, la scienza permea ogni aspetto della nostra esistenza, motivo per cui abbiamo creato  una collana che si chiama “Scienza H24” ed è esattamente il condensato di questo concetto: ci racconta come dalla mattina fino alla sera, quando andiamo a dormire, noi viviamo immersi in fenomeni fisici, matematici, biologici, tutti oggetto di indagine scientifica. E allora il progetto è proprio quello di creare contenuti che vadano a colmare questa carenza, che esiste, ma che segnala anche una necessità di conoscenza scientifica.

Per lungo tempo si è lamentato il ritardo italiano nel campo della divulgazione scientifica, figlio insieme di un dominio delle materie umanistiche e di una scarsa propensione alla comunicazione da parte degli specialisti. Negli ultimi anni, in compenso, sembra essere cambiato qualcosa e i banchi delle librerie sono sempre più affollati di proposte. Cosa fa di un libro un buon libro di divulgazione e comunicazione scientifica?

Potrà stupire, ma per fare della buona divulgazione della scienza la prima cosa è partire da una narrazione coinvolgente. Dobbiamo essere capaci di catturare il lettore in una narrazione, che è la narrazione delle scoperte scientifiche, in modo che non si scoraggi subito nell’affrontare concetti che inizialmente possono sembrare complicati. In questo, si sa, gli anglosassoni sono maestri, ma noi nel nostro piccolo stiamo cercando di adottare questo tipo di atteggiamento. Poi, certo, fondamentale, è il rigore dei contenuti scientifici, divulgazione e approssimazione non sono per niente sinonimi. E nello stesso tempo non dobbiamo mai dimenticare che la scienza procede per tentativi ed errori e anche per smentite successive e quindi dobbiamo raccontare quello che è rigoroso, quello che è corretto fino allo stato attuale della ricerca, tenendoci aperto uno sguardo sul futuro. Infine, ovviamente, bisogna cercare dei temi sentiti, interessanti per le persone. Per esempio, citavamo Perché dormiamo, di Matthew Walker: ecco, il sonno è qualcosa che ci riguarda tutti, sia che dormiamo beati o che, e riguarda sempre più persone, si faccia fatica a dormire bene, è riposo ed è sogno. E allora temi e contenuti devono essere sentiti, importanti e possibilmente originali. Infine, è importante trovare linguaggi innovativi, che riescano ad arrivare alle persone, anche a chi non abbia una conoscenza scientifica di base. Per questo abbiamo adottato la tecnica comunicativa che si chiama visual thinking per la nostra collana “Ambiente che vive”. Il visual thinking utilizza infografiche, elementi grafici basici, disegni stilizzati, organizzati in un flusso argomentativo che rende la comunicazione molto più coinvolgente dal punto di vista emotivo e facilita l’attenzione, la comprensione, la memorizzazione.

Proprio pensando a questa collana, rivolta a un pubblico più giovane ma fruibilissima anche da un lettore adulto, la domanda che viene spontanea è che tipo di impegno redazionale richiede questo tipo di editoria? C’è un grande lavoro dietro a questi libri…

Verissimo, l’impegno redazionale è enorme, nel senso che entrano in gioco e devono fondersi diverse competenze. Un buon redattore di divulgazione scientifica non deve vantare conoscenze specifiche su una singola materia, ma piuttosto possedere una conoscenza del metodo scientifico, cioè di come la scienza procede, che è ciò che permette a un redattore con una formazione da fisico di lavorare senza problemi a un testo di biologia, a un geologo di affrontare un libro di medicina. E poi, la cosa probabilmente più difficile è quella di adattare il linguaggio degli scienziati alle competenze di un pubblico non specialistico. Noi vogliamo parlare non solo e non tanto all’accademia, ma a chiunque abbia una curiosità di tipo scientifico. Proprio per la collana “Ambiente che vive” ci siamo applicati in questo senso, abbiamo preso un linguaggio che non era mai stato utilizzato in Italia, per piegarlo alla divulgazione della scienza. Quando partiamo da testi scritti da divulgatori della scienza, il lavoro è un po’ più facile, quando invece l’autore è uno scienziato, il lavoro di adattamento del linguaggio diventa fondamentale.

Quali territori intendete esplorare nel prossimo futuro? Già si è vista la varietà di temi in questo inizio di catalogo. Quali le uscite imminenti di maggior impatto?

La nostra collana di saggi diciamo più classici, si chiama “Visioni della scienza”, perché ci piace esplorare i nuovi territori della ricerca. E in questa collana saremo sempre più attenti all’antropologia culturale, visto anche il successo del libro di Lucia Galasso su Storia e civiltà del pane e di Grassi. Una storia culturale della materia della vita, di Chistopher E. Forth. Questo territorio ci interessa molto e abbiamo intenzione di svilupparlo ulteriormente, esplorando l’ambito degli alimenti fondanti per le civiltà soprattutto mediterranee. Per quanto riguarda le prossime uscite, vogliamo sperimentare ulteriori applicazioni del visual thinking, perché appunto questo linguaggio ci permette di parlare in maniera immediata di qualunque argomento. In autunno, abbiamo due uscite della collana “Scienza H24”, che saranno Biologia H24 e Universo H24, sempre con l’approccio che abbiamo detto, di attenzione alla “scienza del quotidiano”. Seguirà Ciarlatani, di Francesco M. Galassi ed Elena Percivaldi, un’interessantissima storia delle fake news in ambito medico. Questo periodo ci ha indotto a riflettere su quante fake news hanno inquinato l’informazione sulla pandemia da Covid 18. A partire da questa constatazione abbiamo invitato a lavorare insieme un paleopatologo e una storica, perché cercassero le radici di queste “bufale mediche” a partire dalla polvere di mummia degli antichi egizi per arrivare a oggi. Farà il suo esordio anche una collana “Benessere”, i cui primi tre titoli riguarderanno la schiena, il respiro e la digestione: La tua schiena. Come funziona e come prendertene cura sarà il titolo della prima uscita. Saranno libri scritti da medici, sui quali verrà condotto un accurato lavoro di editing perché il linguaggio risulti accessibile a chiunque. La prima parte descriverà come funzionano questi apparati, per proporre, nella seconda parte, dei consigli pratici molto semplici e adottabili da chiunque. Insomma, cerchiamo di dare un contributo al benessere delle persone. Infine, un libro più curioso, divertente e leggero, che racconta la vita segreta degli oggetti di uso quotidiano. Dodici oggetti, dagli occhiali ai post-it, di cui racconteremo la storia, le origini, l’evoluzione e le caratteristiche tecniche.

Potete ascoltare una versione audio della nostra intervista nel nono episodio del nostro podcast magazine Indie – Libri per lettori indipendenti.