L’adattamento del capolavoro di Erich Maria Remarque pubblicato da Neri pozza arriva in sala dal 12 ottobre e su Netflix dal 28 ottobre.
Pubblicato per la prima volta nel 1929 e in Italia disponibile nel catalogo Neri Pozza, Niente di nuovo sul fronte occidentale è sicuramente uno dei grandi classici della letteratura contemporanea. Viene considerato uno dei più importanti libri mai scritti sulla carneficina della Prima guerra mondiale, ma a ben guardare si tratta di un libro generazionale.
Scritto da Erich Maria Remarque, infatti, rappresenta il tentativo, a detta dello stesso autore, di «raccontare una generazione che venne distrutta dalla guerra». Una storia dall’anima antimilitarista, dunque, che non narra solo la Prima guerra mondiale, ma anche gli effetti devastanti della guerra stessa su un gruppo di giovani strappati dai banchi di scuola per andare al fronte. Questo racconto arriva direttamente dalla penna di un autore che ha vissuto l’esperienza della trincea sulla sua pelle, ed è sopravvissuto, non senza portarne i segni: Remarque, infatti, fu chiamato alle armi nell’esercito imperiale tedesco al compimento dei 18 anni.
Il romanzo di Erich Maria Remarque racconta la più brutale perdita dell’innocenza, nel momento in cui il gruppo di giovani di Kantorek scoprono che il terrore e il significato della morte sono più forti anche della grandezza di servire lo Stato. Nel volgere di qualche mese, i ragazzi si sentiranno «gente vecchia», spettri, privati non soltanto della gioventù ma di ogni radice, sogno, speranza.
Quest’idea è al centro dell’adattamento diretto dal regista tedesco Edward Berger con protagonista Daniel Brühl, nei cinema dal 12 ottobre e disponibile dal 28 ottobre su Netflix, che dialoga con il romanzo proprio per raccontare il punto di vista sulla guerra di chi è nato in Germania. «La nostra visione della guerra è segnata dal lutto e dalla vergogna, dal dolore e dalla morte, dalla distruzione e dal senso di colpa. Non c’è nulla di positivo o di eroico. Ogni morte, a prescindere da quale schieramento in campo colpisce, è una morte, ed è orribile, perché è una persona che perde la vita», racconta Berger.
Non un racconto di eroi
Per questo, in questo film «era importante che le prospettive fossero completamente intercambiabili». Come ci dice infatti il regista: «Niente di nuovo sul fronte occidentale non è una storia di eroi, e non può esserlo. A differenza dei classici film di guerra, la morte di un nemico in questa storia non è risultato positivo, non è un passo verso il raggiungimento di un obiettivo. La morte di un nemico è un’altra morte».
«Niente di nuovo sul fronte occidentale è sempre stato un libro importante per me» dice il produttore Malte Grunert, dal quale tra l’altro è partita l’idea di questo nuovo adattamento del classico di Remarque. «L’ho letto per la prima volta da adolescente, a 14 o 15 anni, e poi di nuovo a vent’anni. Non ho mai pensato di adattarlo per lo schermo, ma mi ha lasciato un’impressione formativa che è durata nel tempo; ha sempre avuto un significato inconfutabile per me. Non è solo ancora molto contemporaneo per l’uso che fa del linguaggio e per la componente narrativa, ma purtroppo è anche incredibilmente rilevante, se guardiamo alla situazione geopolitica attuale».
«Il libro è un monolito. È ancora il romanzo tedesco più venduto di tutti i tempi. È considerato il romanzo di guerra definitivo ed è stato un successo globale non appena è stato pubblicato nel 1928» racconta ancora Grunert. «Un lavoro come questo andava affrontato con rispetto. Si tratta di una responsabilità che ho avuto l’onore di assumere e alla quale volevo rendere giustizia. Non volevo lasciarmi sfuggire questa opportunità, quella di affrontare il primo adattamento in lingua tedesca di questo lavoro unico».
Niente di nuovo sul fronte occidentale, oggi
Edward Berger ha subito trovato affascinante l’idea di poter finalmente realizzare un film tedesco tratto da una delle opere di letteratura tedesca più rilevante di tutti i tempi. «Ricordavo ancora molto chiaramente il romanzo di Remarque, ma poi l’ho riletto subito e sono stato sopraffatto dal linguaggio contemporaneo, potente e avvincente. È ancora estremamente attuale e originale nelle sue scelte linguistiche, nella violenza, nella espressione della fisicità e nella sua intelligenza. È un libro che potrebbe facilmente essere stato scritto da un autore della nostra generazione. L’unica differenza è che noi non abbiamo l’esperienza per poterlo scrivere».
Ma come raccontare Niente di nuovo sul fronte occidentale dal nostro punto di vista, oggi? «Ho sfruttato molto la mia prospettiva e le mie esperienze personali, il modo in cui ho appreso e come sono diventato consapevole di questo capitolo della storia tedesca, come fanno i miei figli ancora oggi. Volevo sapere cosa accadde realmente in quel periodo e ho iniziato a leggere e fare ricerche approfondite sulla Prima guerra mondiale» racconta il regista. «Il romanzo è sempre stato una luce guida, ma abbiamo anche inserito un’idea completamente nuova nella storia. Da un lato, per me era importante creare un contrasto con il massacro senza speranza e senza fine e, dall’altro, volevo dare una prospettiva storica adatta al nostro periodo, che potesse sottolineare l’assoluta insensatezza della guerra».
Il film è già nei cinema e il 28, come già detto, arriverà su Netflix, mentre potete trovare il libro in libreria, pubblicato da Neri Pozza nella versione classica, ma anche nella splendida edizione illustrata da Marco Cazzato, che in qualche modo rappresenta, a suo modo, un ulteriore adattamento dell’opera, con le sue potenti immagini che restituiscono pienamente la drammaticità e l’intensità del racconto di Remarque.