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Letture per il Giorno della Memoria

27 gennaio 2023 | cristina
Letture per il Giorno della Memoria

Una selezione di nuovi libri, tra romanzi, memoir, saggi e albi illustrati per non dimenticare.

Alimentare costantemente il ricordo, prendersene cura e non permettere che venga sgretolato dal passare del tempo. La memoria racconta quello che siamo stati, definisce ciò che siamo e ci suggerisce cosa potremmo essere. La preservazione dei ricordi e del passato può diventare una guida, una fonte di insegnamento, un monito a guardare la storia in maniera più consapevole, perché ci aiuta a cogliere i segni della banalità del male, a riconoscerla, a smascherarla. Perché, come diceva Primo Levi, «è accaduto, quindi può accadere di nuovo».

Per queste ragioni ogni anno il 27 gennaio ricordiamo le vittime della Shoah nel Giorno della Memoria, anniversario della liberazione da parte dell’Armata Rossa delle 7000 persone sopravvissute dal campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta nel 1945. Quel giorno di 78 anni fa, per la prima volta, fu rivelato compiutamente lo sterminio programmato di ebrei, rom, sinti, jenisch, omosessuali, persone con disabilità e oppositori politici perpetrato dai nazifascisti.

Con il passare del tempo le testimonianze dirette di quell’orrore sono sempre meno e la nostra responsabilità è quella di far continuare a risuonare tutte le voci di chi c’era, per trasformare i loro ricordi in memoria collettiva. Lo possiamo fare anche attraverso i libri, perché la scrittura fissa parole, pensieri ed esperienze e li tramanda nel tempo. Ecco perché oggi abbiamo deciso di consigliarvene alcuni appena usciti e per tutte le età.

Frammenti di memoria

Katja Petrowskaja, Forse Esther, Adelphi

Il memoir parzialmente autobiografico di Katja Petrowskaja, scrittrice e giornalista tedesca, ma nata in Ucraina da genitori ebrei, è un racconto unico e commovente che ricompone i frammenti di memoria dell’avvincente storia della famiglia di una donna attraverso la Russia, l’Ucraina, la Polonia e la Germania del XX secolo. L’idea è quella di creare una sorta di albero genealogico, tracciando i parenti dispersi in diversi paesi e continenti. In una serie di brevi riflessioni tra il saggio e la narrativa, Petrowskaja si addentra in affascinanti leggende familiari dipingendo un indimenticabile cast di personaggi ed esplorando città e paesaggi lacerati dagli effetti della guerra, tra ghetti, i gulag e i lager nazisti. Un romanzo, pubblicato oggi nella collana Gli Adelphi, vibrante e venato di ironia in cui mondi inabissati risorgono vividi e più che mai contemporanei.

Cristina Petit – Alberto Szegö, A casa di donna Mussolini, Solferino

L’incredibile storia della famiglia Szegö, che, in fuga dalla persecuzione contro gli ebrei, si ritroverà a vivere a stretto contatto con Edvige, la sorella di Mussolini, ci è raccontata in questo volume dallo stesso Alberto, all’epoca più piccolo dei fratelli Szegö. Cristina Petit, insegnante e autrice, ha raccolto questa importante testimonianza in questo libro da poco pubblicato da Solferino, a metà tra saggio e romanzo familiare, che ci mostra l’aspetto più quotidiano di questa esperienza e riesce a fissare, attraverso le parole di uno dei protagonisti, il ricordo di quei giorni, portandoci in qualche modo indietro nel tempo.

Joseph Harmatz, Il poeta e il combattente, Rubbettino

L’autobiografia di Joseph Harmatz, partigiano e intimo amico dell’intellettuale e combattente Abba Kovner, offre una preziosa testimonianza della lotta segreta degli ebrei lituani contro l’invasione nazista. Julek, questo il suo nome di battaglia, fu infatti una figura di primo piano nella resistenza del ghetto di Vilnius e partigiano nella foresta; nel dopoguerra fu membro dei Vendicatori e poi agente del Mossad. Tutto questo è raccontato con linguaggio pacato ma avvincente in un volume, edito da Rubbettino, curato da Anna Rolli e con postfazione di Beppe Segre, che apre una finestra su una vicenda molto rilevante dal punto di vista storico ma ancora poco conosciuta.

In fuga

John D. Carr, Fuga dal ghetto, La nave di Teseo

John D. Carr, in queste pagine intense e coinvolgenti pubblicate da La nave di Teseo, ci racconta la storia di un ragazzo di tredici anni che si trovò a dover affrontare, da solo, il terrore nazista e la prospettiva dello sterminio e della fuga rocambolesca che gli permise di mettersi in salvo. Quel ragazzo, che si chiamava Chiam Herzsman ma che poi assunse il nome di Henry Carr riuscendo a ricostruirsi una nuova vita in Inghilterra, era il padre dell’autore, che con passione ha ricostruito in questo volume la vicenda grazie ai racconti del genitore e a ricerche approfondite, regalandoci un libro coinvolgente, capace di preservare e fissare per sempre un’importante testimonianza.

Jonathan Freedland, L’artista della fuga, Neri Pozza 

Il giornalista e scrittore britannico Jonathan Freedland racconta l’incredibile storia di Rudolf Vrba, uno dei primissimi ebrei a fuggire da Auschwitz e a raggiungere la libertà. Appena diciannovenne, fu uno dei pochi a riuscire in un’impresa quasi impossibile, a rivelare al mondo la verità sul campo di sterminio e avvertire gli ultimi ebrei d’Europa del destino che li attendeva alla fine della linea ferroviaria. Il libro di Freedland, da poco portato in libreria da Neri Pozza, narra di una fuga senza precedenti, in compagnia dell’amico Fred Wetzler, attraverso i paesi dell’Europa dell’est governati dagli alleati dei nazisti, e del resoconto completo di Auschwitz che sarebbe arrivato poi a Franklin Roosevelt, Winston Churchill e al Papa. Vrba, con la sua testimonianza, che merita di stare accanto a quelle di Anna Frank, Primo Levi e Oskar Schindler, contribuì a salvare 200.000 vite ebraiche, ma non smise mai di credere che avrebbero potuto essere molte di più. Qui trovate un’intervista all’autore.

La lezione della Storia

Emanuele Edallo, Il razzismo in cattedra, Donzelli

Emanuele Edallo, ricercatore presso il Dipartimento di Studi storici dell’Università degli Studi di Milano, racconta l’applicazione, a partire dal 1938, della legislazione antiebraica all’Università di Milano, dove la svolta antisemita fascista colpì quaranta tra professori, aiuti e assistenti. Personalità diverse, per età ed esperienze, le cui vite vennero tragicamente accomunate dalla persecuzione, diventando così storie di privazione, di fuga, di resistenza e, purtroppo, anche di deportazione. Il libro, pubblicato da Donzelli, intreccia la Storia alle vicende delle singole persone, andando a decostruire con lucidità quell’idea secondo cui la legislazione antiebraica fascista non fosse troppo dura e che la responsabilità degli arresti e delle deportazioni fosse esclusivamente dei nazisti, ribadendo come la persecuzione fascista contro gli ebrei sia stata una pagina tragica della storia italiana, a lungo rimossa dalla memoria collettiva.

Michele Sarfatti, I confini di una persecuzione Il fascismo e gli ebrei fuori d’Italia (1938-1943), Viella

Sulla base di una ricerca archivistica molto estesa, Michele Sarfatti, studioso della storia degli ebrei in Italia nel Novecento e della storia della Shoah in Italia e in Europa, illustra le politiche antiebraiche del regime fascista in Italia e nei territori che essa controllava durante la Seconda Guerra Mondiale, evidenziando il ruolo decisionale di Mussolini e approfondendo l’articolazione fra politiche e ideologia nel regime fascista. Un volume, appena pubblicato da Viella, utile e ricco di spunti di riflessione sia per chi studia l’argomento, sia per chiunque voglia approfondire da un punto di vista storico-politico.

Ricordare, tramandare, leggere

Kathy Stinson, La signora dei libri, Lapis

Questo splendido albo per l’infanzia scritto da Kathy Stinson (ve ne abbiamo parlato qui), illustrato da Marie Lafrance e pubblicato da Lapis è ispirato alla storia di Jella Lepman, una figura fondamentale nella storia della promozione della lettura, soprattutto nel secondo dopoguerra. Nata a Stoccarda nel 1891 da una famiglia di origine ebraica, fuggita dalla Germania nazista nel 1936 e rifugiatasi in Inghilterra, nell’ottobre del 1945 Lepman tornò in Germania per attuare interventi culturali rivolti alle donne e ai bambini: qui costituì a Monaco l’Internationale Jugendbibliothek (Biblioteca internazionale dei giovani) e la fondazione di IBBY (International Board on Books for Young People). Lepman, anche alla luce dei tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale, credeva che i libri e la conoscenza fossero un mezzo fondamentale per costruire «ponti» tra le persone e le esperienze diverse, e questa idea ci sembra in qualche modo assolutamente attinente con le motivazioni con cui celebriamo il Giorno della Memoria: tramandare il ricordo di qualcosa successo ad altre persone lontane da noi nel tempo e farlo nostro, per non permettere che succeda di nuovo.
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In alto, foto di Fadjar Djulizar – Unsplash.