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Letture d’estate: quante storie

15 luglio 2023 | feltrinelli
Letture d’estate: quante storie

Torna la nostra rubrica stagionale Letture d’estate e il primo viaggio lo facciamo con un po’ di storie.

di Luca Bonifacio

Il caldo imperversa, le hit di stagione risuonano imperterrite nel loro tono monocorde, annunci di vacanze imperdibili pullulano. Tutto ci ricorda che l’estate è arrivata, che è tempo di fare i bagagli, lanciarsi in mare, ingurgitare bevande ghiacciate, fare le ore piccole in spiaggia. La storia è sempre la stessa. O forse no? Alla fine basta andare in libreria per trovare un libro che ci regali una storia alternativa, ampliata, diversa. Di questo periodo poi le campagne, gli sconti e le promozioni abbondano. E se non potete viaggiare fisicamente lo potete fare con la mente, con le storie di altri mondi, luoghi, epoche. Leggere è infatti una garantita e consigliata vacanza detox – come va di moda dire oggi – proprio dalla monotonia della stagione.

E allora, sfogliando un po’ fra il catalogo e le recenti novità dei nostri editori abbiamo scovato sei libri che potrebbero fare al caso vostro. Sei storie per l’estate, una più diversa dell’altra.

La Cantadora

Sardegna. La leggenda narra che Candida Mara fosse capace di stregare la platea con la sua voce ammaliante. Era una donna che a inizio ‘900 si spostava in calesse di sagra in sagra, sfidando di volta in volta i cantadores, figure locali che gareggiavano tra di loro fino a tarda notte a colpi di canto e di chitarra. Candida Mara non solo era l’unica donna a sfidare questi personaggi, ma anche una vedova sempre armata di pistola. Voci raccontano che abbia terminato la sua esistenza gestendo un maneggio di cavalli arabi promessi alle corse clandestine, crogiolo di assassini e di persone molto poco promettenti.  

A parte il soprannome e la capacità di piegare il mondo con la sua voce, di Candida Mara si conosce ben poco. Perché l’oblio omertoso degli anziani e la dubbia onestà dei musicologi hanno fatto sì che la Cantadora venisse quasi cancellata dalla Storia e dagli archivi. Sarà compito di uno scrittore fallito e munito di grammofono dare un nome a chi è stato dimenticato, in questo caso della sua antenata, che porta proprio il nome di Candida Mara. 

Fra western sardo e ricerca storica, Vanni lai – al suo debutto nel romanzo con minimum fax – rievoca ne La Cantadora mito e leggenda popolare, attraverso la storia di una donna che ha sfidato le regole imposte da un mondo chiuso e ottuso, testardo come un mulo sardo e fortemente patriarcale.

la cantadora

Il patto dell’acqua

India del Sud, distretto del Kerala. Siamo in un contesto dove tempo e spazio sono definiti dall’acqua, in un luogo dove i monsoni creano un legame con l’anima e il corpo, collegano la Storia con il singolo, stabiliscono con lui un patto. In questa dimensione segnata dallo scorrere dell’acqua, una ragazzina di dodici anni si appresta a sposarsi con un trentenne, vedovo e con un figlio piccolo. Un classico matrimonio combinato dalla famiglia, così come è stato per la madre e per la nonna, dentro a una comunità convertita al cristianesimo tanti secoli prima. A unire il racconto di questa famiglia indiana attraverso tre generazioni c’è però un destino ambiguo, che va oltre la Storia: in ogni generazione qualcuno muore affogato. 

Il patto dell’acqua (Neri Pozza) è un’epopea dove amore, fede e medicina scorrono veloci in settecento pagine, mentre la protagonista è testimone della trasformazione del suo paese. È un libro-mondo, che con una narrazione coinvolgente dà un senso letterario e culturale all’appartenenza, seguendo la scia di grandi capolavori quali Il dottor Živago o Shantaram. 

Dopo aver venduto un milione e mezzo di copie con La porta delle lacrime, il nuovo romanzo di Abraham Verghese si è imposto come uno dei casi letterari di quest’anno, tanto da esser stato scelto come libro del famoso bookclub della conduttrice americana Oprah Winfrey.

patto

Le sette lune di Maali Almeida

Sri Lanka. Maali è un personaggio singolare e stravagante: fotografo di guerra, giocatore accanito, gay clandestino. Un giorno, al suo risveglio, si ritrova in un ufficio che pare un’agenzia delle entrate. Senza una scarpa, con i jeans sbiaditi e la sua Nikon 3ST al collo, fa la fila con altre persone non sapendo cosa diavolo ci faccia lì. Se non fosse che quello non è un ufficio statale, ma l’aldilà. Perché mentre la sua anima attende allo sportello in vetroresina, il suo corpo sta lentamente sprofondando nelle acque del lago Beira. 

Davanti a ogni tipo di ostacolo, Maali, ‘’il testimone di crimini che nessun altro vede’’, dovrà far in modo che chi gli è più caro trovi il baule nascosto sotto il suo letto contente fotografie altamente compromettenti, scatti capaci di far cadere un governo e di fermare le guerre. Ma dovrà soprattutto capire chi è stato a volere la sua morte. Il tempo a disposizione è di sette lune: una settimana.  

Fra un realismo magico che ricorda quello dei maestri (Salman Rushdie e Gabriel García Márquez) e un arguto spargimento di suspense dei più grandi giallisti (Agatha Christie e John le Carré), con Le sette lune di Maali Almeida (Fazi Editore) Shehan Karunatilaka ha creato un’atmosfera surreale, dove i generi prima si rispettano e poi se le danno di santa ragione. È un romanzo strano, divertente e paradossale, che ha stregato la critica per fantasia e stravaganza, per il sottile, fragile e impazzito filo della prosa di Karunatilaka, tanto da aggiudicarsi il Booker Prize 2022.sette lune

Punto croce

Città del Messico. Quella fra Mila, Citlali e Dalia è la storia di un’amicizia che nel ricamo ha visto la sua forma e la sua sostanza. Da giovani passavano il tempo a creare vere e proprie opere d’arte su canovaccio, disegnando figure astratte e bestiari di animali, nature morte e citazioni di libri. Quel filo che le ragazze erano solite passarsi viene spezzato molto tempo dopo, quando la notizia della morte di una delle tre punge come un ago mal inserito nella cruna. È la scusa per la voce narrante di ripercorrere la loro vita insieme, dall’adolescenza all’età adulta, da quando partirono alla volta dell’Europa piene di sogni e speranza, legate dal sottile filo della sorellanza. 

Questa trama costruita come un mandala, cucita con la precisione di un ricamo su tulle, mette al centro una pratica che attraversa epoche e culture, quella del ricamo, che emerge qui in tutta la sua tradizione come forma di oppressione, di resistenza e di comunità, tanto forte quanto può esserlo la scrittura. Voci di artiste e di scrittrici che hanno riflettuto su questa arte riecheggiano allora nel racconto di queste tre amiche, facendo diventare Punto croce al tempo stesso un delicato manifesto, tanto del ricamo quanto della solidarietà femminile. 

Questo saggio mascherato da romanzo segue il filo di Linea nigra e Quaderno dei fari, i due testi di Jazmina Barrera già pubblicati da La nuova frontiera. Il viaggio letterario di Barrera non è vagabondo, perché ha nel passaggio del testimone il filo conduttore del suo percorso.

punto croce

I violini di Saint-Jacques

Caraibi, da qualche parte nelle Antille. L’isola di Saint-Jacques des Alizés non esiste sulle mappe, se non nel quadro che mademoiselle Berthe de Rennes è intenta a dipingere fumando all’ombra degli uliveti. La storia incomincia proprio qui, con un’ecfrasi che ci apre a una civiltà perduta. Il racconto di Bertha è quello dell’aristocrazia coloniale creola, di una vita mondana che scorre fra cacce, gite, feste e danze. Una vita lontana dalle mappe del tempo e della Storia, condotta su un’isola sperduta ai piedi di un vulcano inattivo. Inattivo fino all’ultima festa, quella del gran ballo indetto per il Mardi Gras, dove maschere carnevalesche danzeranno febbrili e ignare del cataclisma incombente, di cui Berthe resterà l’unica testimone. 

In atmosfere romantiche e ultra-decadenti che coinvolgono schiavi e aristocrazia francese in declino, Patrick Leigh Fermor scrisse una storia che riecheggiava fatti realmente accaduti, attraverso uno sguardo acuto e attento ai dettagli che fu solo suo, con un lessico immaginario e quasi araldico. Apparso per la prima volta nel 1953, I violini di Saint-Jacques (Adelphi) è infatti l’unico romanzo di un gigante dei racconti di viaggio, l’autore di Fra i boschi e l’acqua, La strada interrotta, Mani, Rumelia, e Tempo di regali. È in pratica il grande romanzo sulla fine di una certa civiltà e di una certa epoca attraverso gli occhi di chi ha visto tutto.

violini

L’ultimo pinguino

Nord Europa, isole Orcadi. Il viaggio più difficile che possiamo compiere con la mente è quello che risponde al nome di empatia. Tanto più se si tratta di capire coloro che non hanno parole per esprimersi: gli animali. Ed è proprio questo il viaggio che intraprende lo zoologo Gus, partito su incarico del Museo naturale di Lille alla volta del Nord per studiarne la fauna. In queste lande inospitali, a Gus capiterà di salvare dal massacro un pinguino e di portarlo con sé, affibbiandogli pure il simpatico nome di Prosp. Per quanto strano possa sembrare – appunto – il passaggio in queste terre desolate permette ai due di instaurare un rapporto forte, un legame di amicizia profondo, fatto di gesti, sguardi, movenze che tutto si può dire tranne che siano animalesche, e forse nemmeno umane. L’unico problema di questo viaggio che va al di là di ciò che è stato creato è che Prosp – che potremmo quasi definire un nuovo “Venerdì” – è l’ultimo della sua specie, l’ultima “alca impenne” esistente in natura. 

In questa storia che va oltre l’uomo, la narrazione brillante di Sibylle Grimbert – editrice e scrittrice per la prima volta tradotta in Italia da Solferino – permette a Prosp di assumere la simbolica maestosità di un albatros baudelairiano, il fascino magniloquente del capodoglio come lo troviamo in Moby Dick, lo splendore della fauna presente nei capolavori di Jack London. Ma la storia de L’ultimo pinguino ci permette di riflettere soprattutto sul nostro rapporto con coloro che abitano – e che come noi non possiedono – il mondo e il suo futuro.

l'ultimo pinguino

Per altri consigli, non esitate a chiedere al vostro libraio di fiducia l’ultimo numero di INDIE–Libri per lettori indipendenti, che potete scaricare anche qui in versione digitale. 

Buone vacanze (se le avete) e buone letture!

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In alto, foto di Rey Seven su Unsplash