Nasce una collana dedicata agli aspetti formali della musica contemporanea, diretta da Massimiliano Viel e pubblicata da Shake Edizioni.
di Paolo Soraci
Shake Edizioni ha una lunga storia d’amore con la musica, dal punk alle infinite sfumature del reggae, dal rap ai grandi nomi del rock. Il catalogo della casa editrice milanese è una miniera di scoperte. Caratterizzato da sempre da una particolare attenzione alle musiche della contemporaneità, si è spinto spesso e volentieri in quei territori di frontiera dove le punte avanzate dell’underground si incontrano e si fondono con le frange più eterodosse della musica colta di oggi: dalla risolutiva edizione completa di Silenzio di John Cage ai testi teorici di Michael Nyman.
Ora però nasce una collana esclusivamente dedicata alla musica contemporanea, Classici della Nuova Musica, diretta da Massimiliano Viel, compositore, musicista e docente del Conservatorio di Milano. Una collana di grande pregio testuale, ma anche di notevole impegno sul fronte del publishing – carta, formato, impaginazione, addirittura una trancia oro in copertina – che esordisce con un altro scritto di John Cage dal titolo Un anno a partire da lunedì. Ce ne parlano proprio il direttore di collana Massimiliano Viel e Raf “Valvola” Scelsi, che insieme a Ermanno “Gomma” Guarneri conduce da sempre Shake Edizioni.
Massimiliano Viel, come nasce e come si articola questa collana?
Molto semplicemente, Ermanno “Gomma” Guarneri mi ha chiesto di ideare una possibile collana dedicata alla musica, data la mia esperienza come compositore e docente al Conservatorio e le collaborazioni con compositori come Stockhausen, Berio e altri. Ho quindi riflettuto sul fatto che, nella critica musicale, a volte si parla dei compositori del secondo Novecento senza una comprensione approfondita delle loro idee e dei loro contributi effettivi. Si citano articoli o fonti di seconda mano, soprattutto quando sono scritti in lingue diverse dall’inglese o il francese. Quindi mi sembrava giusto tornare in primo luogo ai testi originali.
Questi compositori incontrano una certa difficoltà a essere compresi dal pubblico, sia generico che specializzato, a causa delle complessità nell’ascolto e nella comprensione delle tecniche compositive. Talvolta si conosce solo una parte del loro lavoro, concentrata in alcuni decenni, senza tener conto degli aspetti estetici, stilistici e tecnici della loro produzione in anni più recenti, nonostante abbiano conosciuto notevoli trasformazioni che vale la pena conoscere.
E quindi ecco, si tratta di superare i discorsi “sui compositori” per arrivare ai discorsi “dei compositori”, che sono persone molto diverse, con qualcosa di unico e significativo da dire. Partiamo proprio con i due autori che forse hanno più scritto, consegnandoci testi originali particolarmente ricchi e ampi: il primo libro a uscire è quello di John Cage, Un anno a partire da lunedì, raccolta di conferenze e testi realizzati intorno agli anni ‘60.
Il secondo sarà dedicato agli scritti di Karlheinz Stockhausen. Autore di oltre una ventina di titoli tra indagini teoriche, descrizioni delle pratiche esecutive e analisi dei propri brani, ha inoltre affrontato discorsi di natura estetica, più che tecnica, che sono totalmente assenti nel panorama editoriale mondiale. Di Stockhausen c’è veramente poco, eccetto che in originale, in tedesco. Per tale motivo, abbiamo deciso di iniziare con il primo volume di questa raccolta che, sostanzialmente, comprende i suoi scritti più importanti, principalmente di natura teorica e tecnica.
Riassumendo, una collana che non si limita a testi critici, bensì offre la voce diretta dei grandi musicisti, dei compositori contemporanei. Quasi un unicum, potremmo dire. Dopo Stockhausen, quali altre pubblicazioni sono in cantiere per i prossimi mesi?
L’unica cosa che posso dire al momento è che pubblicheremo una doverosa riedizione del classico di Nyman sulla musica sperimentale e non solo, che era già presente nel catalogo di Shake. Poi vedremo. In effetti, con un approccio così sperimentale, anche dal punto di vista editoriale, sarà interessante scoprire cosa ci riserverà il futuro. In questa fase è difficile fare annunci definitivi, ma possiamo affermare con certezza che non mancheranno novità sorprendenti, ci stiamo già lavorando.
Raf “Valvola” Scelsi, l’attenzione alla musica per Shake è fondativa: come si inserisce Classici della Nuova Musica in questo catalogo? A cosa è legata la scelta di una veste così impegnativa e diversa rispetto allo stile tradizionale della casa editrice?
La prima considerazione è di tipo personale. Noi che facciamo parte del collettivo Shake abbiamo sempre ascoltato musica contemporanea. Per fare un esempio, agli inizi degli anni Settanta, ben prima di diventare punk, andavo ai concerti della Civica Scuola di Musica di Milano a scoprire Xenakis e Berio, frequentavo la discoteca della Biblioteca Sormani per ascoltare Maderna e Varése. Esiste, quindi, una lunga tradizione di familiarità e interesse. Oltre a questo, nel nostro progetto editoriale, più volte abbiamo lavorato libri che riguardavano musica d’avanguardia, sperimentale ed elettronica. Per dire, abbiamo pubblicato il Manuale di cultura industriale di Re/Search oppure il libro di Wolfgang Flür, uno dei fondatori dei Kraftwerk, la monografia dedicata agli Einstürzende Neubauten, il già citato La musica sperimentale di Michael Nyman con prefazione di Brian Eno.
Un altro aspetto da considerare è la crescita organica del nostro gruppo e della casa editrice, che ha attraversato fasi di grande splendore e momenti più opachi, come ogni percorso editoriale. Attualmente, abbiamo ripreso con vigore a progettare titoli e programmazione. Bisogna tener conto che facciamo libri da oltre trentacinque anni, man mano imparando e diventando più esperti nel concepire e immaginare nuove pubblicazioni. Per questa collana, abbiamo ritenuto che una veste editoriale graficamente importante potesse ampliare l’interesse verso le nostre produzioni, rivolgendoci a un pubblico più maturo, sensibile all’estetica e alle arti contemporanee.
Dal momento che Cage, ma anche Stockhausen, occupano una posizione rilevante all’interno delle arti contemporanee del secondo dopoguerra, trovandosi al centro di questo complesso sviluppo artistico, abbiamo ritenuto essenziale adottare una veste grafica che non solo fosse commercialmente attraente e facilmente comprensibile, ma che riflettesse appieno il progetto filosofico e teoretico alla base dell’elaborazione sia di questi e altri artisti. Per fare ciò, ci siamo rivolti quindi a uno studio grafico editoriale che riteniamo tra i migliori in Italia, lo Studio POMO, che si è occupato della grafica di Wired, di Rolling Stone e di altre riviste importanti. Quando sono andato nella loro sede per presentare l’idea della collana e invitarli a collaborare a questo progetto, ad accogliermi sulla parete d’ingresso ho trovato un’opera di Stockhausen, quasi come in una convergenza cosmica di elementi contrastanti e complementari. Erano decisamente i partner giusti per concepire una collana che rappresentasse l’evoluzione più ampia di Shake Edizioni negli anni Venti del Terzo Millennio.