Esce da Neri Pozza un romanzo fantastorico. Al centro la salma di Lenin. Se ne parla a #PDESocialClub.
Potevamo forse esimerci dal celebrare il centenario della morte di Vladimir Il’ič Ul’janov? Va da sé, che no. Ma tra tanti saggi, pamphlet e ricostruzioni storiche abbiamo deciso di affidare il ricordo del padre della Rivoluzione russa a un romanzo, L’ultimo viaggio di Lenin di Francesco Pala, vincitore dell’edizione 2023 del Premio Neri Pozza e pubblicato, ovviamente, dalla casa editrice vicentino-veronese-milanese. Quindi, appuntamento a giovedì 29 febbraio alle ore 18.00, sulle pagine Facebook, Instagram e LinkedIn di PDE, di Neri Pozza e delle librerie indipendenti che decideranno di condividere la nostra conversazione con l’autore de L’ultimo viaggio di Lenin.
Francesco Pala è un professore di filosofia, ha diretto il Giornale critico di storia delle idee, e aveva esordito qualche anno fa con un romanzo ambientato nella DDR, la Germania dell’Est di tristissima memoria. Con L’ultimo viaggio ci porta in una ucronia che confina con la distopia, partendo dall’ipotesi che uno strano gruppo di congiurati, nel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, con le truppe tedesche ancora vittoriosamente all’avanzata nel cuore delle steppe russe, si impadronisca della mummia di Lenin trasferita per tempo oltre gli Urali nella città di Tjumen’.
La loro intenzione è riportare la patria del comunismo all’originaria purezza ideologica, in odio allo stalinismo trionfante, per farle fare il decisivo scatto verso l’utopia realizzata. La grande scommessa? Sconfiggere la morte grazie alla scienza e alla forza ideale e organizzativa del comunismo, conquistando prima l’immortalità e poi riportando in vita i morti. Testo guida dei congiurati un esoterico libro tirato in due sole copie: l’Itinerarium mentis in Lenin. Riuscirà il manipolo di ascetici e anche un po’ esoterici bolscevichi a realizzare il suo piano? Il primo risultato sarà la nascita della Repubblica di Leninesia, piccola e impenetrabile enclave persa nell’estremo nord dell’Unione Sovietica, retta da un leader integerrimo, circondato da una corte di orfani votati alla morte.
Partito dal rapimento della salma di Lenin, il romanzo copre il lungo ventennio che dalla Grande Guerra Patriottica porterà al disgelo cruscioviano e alla restaurazione brezneviana. In una Mosca sempre più plumbea si aggirano corrotti doppiogiochisti, anime morte della rivoluzione, soavi assassine leninesiane, mentre di pagina in pagina si delinea la grande domanda definitiva: lo stalinismo è stata una improvvida deviazione o non piuttosto l’unico destino possibile del leninismo? È mai stato ipotizzabile un comunismo libertario, capace di assecondare i veri desideri degli uomini: “la bellezza e la gioia”?
La risposta, la sua risposta, Francesco Pala ce la dà lungo le affascinanti pagine de L’ultimo viaggio di Lenin. Ma ne parleremo con lui giovedì 29 febbraio. Segnatevi la data.