Indietro

Lassù sulle montagne con Daniele Zovi

3 ottobre 2024 | cristina
Lassù sulle montagne con Daniele Zovi

A#PDESocialClub parliamo di Sulle Alpi. Un viaggio sentimentale con Daniele Zovi.

La puntata di giovedì 10 ottobre alle ore 18.00 di #PDESocialClub ci porta in montagna. Ci andiamo in compagnia di un imperdibile libro pubblicato da Raffaello Cortina Editore: Sulle Alpi. Un viaggio sentimentale, scritto da Daniele Zovi e impreziosito dalle bellissime illustrazioni di Piero Macola.

Come sempre, la nostra conversazione sarà ospitata dalle pagine Facebook di PDE, di Raffaello Cortina e delle librerie indipendenti che decideranno di condividere lo streaming.

“Ma con gran pena le reca giù”. La struttura del libro di Zovi è presto detta, ricalca la sequenza da ovest a est immortalata dal verso-filastrocca che tutti abbiamo imparato da bambini. Dalle Marittime alle Giulie, passando per le Alpi Cozie e le Graie, le Pennine e le Lepontine, le Retiche e le Carniche, con l’aggiunta delle Venoste e delle Dolomiti, le più belle di tutte, e con la coda di due capitoli dedicati il primo a “La voce delle Alpi” e il secondo a “Montagne, bellezza, sacralità”.

E allora sillaba per sillaba, sezione alpina per sezione alpina, l’autore ci racconta la montagna, le sue caratteristiche orografiche, cosa impone cosa regalano all’escursionista e allo scalatore, i loro alberi e boschi, i loro animali, il ritorno di lupi e orsi e la difficile ma necessaria convivenza che torna a imporsi con gli umani. Il tutto con ricca messe di aneddoti, incontri, ricordi personali e personali accensioni liriche, in una felicissima sintesi di rigore scientifico e felicità letteraria, sotto il segno del magistero di Mario Rigoni Stern e di Dino Buzzati.

D’altra parte, scienziato, forestale, militare – addirittura generale – scrittore, divulgatore scientifico e alpinista, Daniele Zovi è davvero tante cose insieme, e ognuna delle sue infinite vocazioni e competenze concorre a dar vita e profumo alle sue pagine.

Profumo che acquista in ulteriore intensità nelle due “code” finali, specie il meraviglioso capitolo “La voce delle Alpi”, che nella prima metà parla delle innumerevoli lingue parlate nell’arco alpino, dall’occitano dell’estremo ovest al tedesco dei walser del Monte Rosa, al ladino. D’altronde, Zovi è cimbro dell’altopiano di Asiago, una delle leggende che narrano le origini sue e dei suoi antenati parla di norreni scesi dallo Jutland per saccheggiare il bel suolo italico che, sconfitti ai Campi Raudii vicino a Vercelli o, chissà?, a Mantova, si sarebbero rifugiati su quell’altipiano inaccessibile conservando per secoli e millenni costumi e lingua. Questa storia è contestata da numerosi storici, ma davvero ad Asiago e a Rotzo e a Roana il sostrato germanico è evidente in tanta terminologia quotidiana e nella stessa toponomastica.

Ma la voce delle Alpi è anche la voce degli strumenti musicali realizzati con il legno dei loro abeti: da che mondo e mondo, i migliori violini e viole, violoncelli, contrabbassi e pianoforti arrivano dai boschi alpini, dalla Val Venosta, per dire. E quindi si spiega perché Mario Brunello, grande violoncellista famoso in tutto il mondo, abbia deciso quasi trent’anni fa, era il 1995, di dar vita a un inedito e unico festival musicale, “I suoni delle Dolomiti”, che ha luogo all’aperto, a più di duemila metri. Ha riportato il suono dove aveva origine il legno da cui ha origine. E con esso chi lo produce e chi lo ascolta. Daniele Zovi ha iniziato a frequentare il festival dalla seconda edizione e qualche anno dopo è diventato amico di Brunello. (Chi ha detto che i montanari sono chiusi e diffidenti non ha ancora incontrato il nostro autore.)

Fatto sta che nel corso di lunghe camminate nella neve, ciaspe ai piedi, i due si concedono lunghe chiacchierate sulla musica e la montagna che vanno ad alimentare le pagine di considerazioni che portano dritte alla seconda coda, al capitolo finale, in cui Zovi ci regala un’ultima considerazione e un estremo rammarico: di fronte alla “banalizzazione” delle Alpi dovuta a tunnel, trafori, piste, impianti di risalita, turismo dilagante, perché non abbiamo anche noi, come gli indiani, i tibetani, i messicani antichi, i pellirosse del Nuovo Messico, un monte sacro, intoccabile, incalpestabile, dimora di divinità benigne ma severe, che ci rimettano, quel tanto, al nostro posto?

Parleremo di tutto questo giovedì 10 ottobre, sulle pagine Facebook di PDE, di Raffaello Cortina Editore e delle tante librerie di #PDESocialClub. La diretta potrà come sempre essere seguita anche sul sito, sul canale Youtube e sulla pagina LinkedIn di PDE.