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Quella torre d’avorio che costruiamo dentro di noi

8 novembre 2024 | cristina
Quella torre d’avorio che costruiamo dentro di noi

Paola Barbato arriva in libreria con La torre d’avorio, il nuovo romanzo pubblicato da Neri Pozza: la intervistiamo a #PDESocialClub.


di Cristina Resa

«Aveva sempre avuto un’idea propria di cosa fosse una Torre d’Avorio. […] Mara però non si levava dalla testa che l’avorio derivasse dalle zanne degli animali, e che quindi la Tor­re, di fatto, fosse costituita da denti. Era un’immagine ripugnante, trovarsi chiusi in una bocca che avrebbe potuto iniziare a masticarti in qualunque momento. Esatta­mente la condizione in cui voleva stare per il resto della vita». Mara Paladini vive sommersa dal passato, rinchiusa in un appartamento isolato che ha trasformato nella sua prigione, con le pareti ingombre di scatole che custodiscono i frammenti della sua vita passata. Da una parte, Mara vorrebbe liberarsene, ma li conserva anche per alimentare il suo senso di colpa.

In realtà, è da Mariele Pirovano che Mara fugge: il suo doppio, il suo alter ego, la donna che è stata quindici anni prima e che sembra non volerla lasciare in pace. In questo spazio chiuso, isolato, destinato però ad aprirsi al mondo, inizia La torre d’avorio, il nuovo romanzo di Paola Barbato pubblicato da Neri Pozza.

Paola Barbato, che sarà ospite di #PDESocialClub giovedì 14 novembre, come sempre in streaming alle ore 18.00, affronta temi come la memoria, il rimorso e l’identità in un thriller coinvolgente, dal ritmo sostenuto, pervaso di straordinaria umanità. E questa straordinarietà, nel senso di fuori dall’ordinario, si ritrova nei personaggi, soprattutto femminili, che abitano le pagine de La torre d’avorio: non si tratta né di eroine, né di antieroine nel senso canonico del termine, ma di donne imperfette, che sbagliano, che fanno cose sgradevoli, che altrove potrebbero essere le cattive della storia. Ma non in questa. In questa storia non c’è spazio per giudizi morali e per gli schemi di comportamento in cui sono costretti i personaggi femminili, anche quelli che compiono atti negativi.

Mara/Mariele è infatti una donna affetta dalla sindrome di Münchhausen per procura, che ha trascorso tredici anni in una REMS (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) per tentato omicidio, dopo aver avvelenato per anni con una digitotossina la sua famiglia. Prova rimorso? Forse no, non del tutto, ma ciò di cui è assolutamente certa è di dover lasciare Mariele chiusa in una scatola, per poter provare, quantomeno, ad andare avanti. L’incontro con un cadavere nel suo condominio, tuttavia, la costringe a guardarsi indietro: un suo vicino di casa è stato ucciso proprio con lo stesso veleno che produceva anni prima, ma lei, in questo delitto, non c’entra nulla. Tuttavia, dopo quello che ha fatto Mariele, chi le crederà? La donna scappa in modo rocambolesco da una finestra, iniziando così un viaggio sia metaforico che letterale per scoprire la verità, sia sull’omicidio che su se stessa.

Autrice e sceneggiatrice molto amata, con un’esperienza diversificata che spazia dai romanzi ai fumetti, tra cui Dylan Dog, Barbato crea con mano sicura un’atmosfera avvolgente e claustrofobica, in un thriller on the road in cui emerge tutto il malessere che si insinua in una quotidianità insospettabile. Una storia, ed è forse la cosa che più colpisce, in cui i legami umani che si sviluppano in situazioni eccezionali vengono raccontati con empatia e umanità: difficile non affezionarsi a Moira, Maria Grazia, Fiamma e Beatrice, le compagne di Mariele alla REMS e poi d’avventura, tanto segnate dalla vita e dalle loro azioni quanto, nonostante tutto, così vitali.

Attraverso una galleria di personaggi a loro modo peculiari, alcuni tanto scombinati che potrebbero essere usciti da un crime di stampo coeniano, altri estremamente tragici, mescolando i linguaggi e infondendo il racconto con la sua ironia intelligente e sottile, Paola Barbato ci accompagna per mano, insieme a Mara, dalle torri d’avorio che ci costruiamo dentro, senza offrire soluzioni consolatorie o edificanti, semplicemente accettando la sua protagonista così com’è.

Di questo e altro parleremo con l’autrice del romanzo, Paola Barbato, ai microfoni di #PDESocialClub, giovedì 14 novembre alle ore 18:00, in streaming sulla pagina Facebook di PDE, di Neri Pozza e delle tante librerie indipendenti di #PDESocialClub che condivideranno l’evento. L’incontro si potrà seguire anche sulla homepage del nostro sito, sul nostro canale YouTube e su LinkedIn.