«Una storia che continua a riguardarci e interrogare il presente». Ne parliamo con Lia Tagliacozzo nel Giorno della Memoria
Noi siamo una semplice società di servizi commerciali per l’editoria. Il nostro lavoro è portare “sul mercato” i libri pubblicati dai nostri clienti. Tutti i libri. Certo, poi, quando i libri sono importanti come quello di Lia Tagliacozzo, La generazione del deserto, pubblicato dal “nostro” Manni Editori, siamo ancora più felici di fare questo lavoro.
E quando una torma di anonimi vigliacchi con la svastica aggredisce l’autrice, il suo libro e i loro lettori – come è accaduto durante una presentazione online di La generazione del deserto domenica scorsa – ci indigniamo, ci preoccupiamo, ma soprattutto sentiamo forte l’orgoglio di aver portato questo libro a contatto con il pubblico e la responsabilità di continuare a farlo.
Ecco perché, insieme a Manni e Librerie Feltrinelli, abbiamo deciso di organizzare una presentazione di La generazione del deserto in occasione della Giorno della Memoria, mercoledì 27 gennaio alle 18.30.
L’incontro vedrà Lia Tagliacozzo in conversazione con Paolo Berizzi, inviato di Repubblica e autore del libro L’educazione di un fascista. Si terrà alla Feltrinelli RED di via Tomacelli a Roma e verrà trasmesso in diretta streaming sulle pagine Facebook di PDE, Manni e Librerie Feltrinelli.
Cos’è successo?
Domenica scorsa, durante la presentazione online di La generazione del deserto, organizzata dal Centro di Studi ebraici di Torino e da Istoreto, un gruppo neonazista ha fatto irruzione nella stanza di Zoom dove si teneva l’incontro virtuale. A questa, sono seguiti tentativi di zittire Lia Tagliacozzo con urla, minacce, insulti antisemiti.
Sull’episodio, denunciato sui social dai figli della scrittrice, sta indagando la Procura di Torino. La stessa Lia Tagliacozzo ha raccontato i gravissimi fatti di domenica 10 gennaio in un articolo del Manifesto dal titolo, eloquente: «Quell’asticella che non si deve superare».
Si tratta solo dell’ultimo di una serie di simili attacchi avvenuti negli ultimi mesi durante conferenze e presentazioni online. Vere e proprie aggressioni coordinate, di stampo nazifascista, che sfruttano una pratica nota come zoombombing. Solo a dicembre ne sono avvenuti tre analoghi che hanno coinvolto la Fondazione Revelli, l’Anpi e un progetto scolastico in Val di Susa.
Cosa racconta La generazione del deserto?
Scrittrice e giornalista, Lia Tagliacozzo, figlia di due sopravvissuti alla Shoah, da sempre si impegna nel tentativo di ricostruire la storia della sua famiglia riempiendo i buchi della memoria.
I suoi genitori erano bambini nel 1938, quando vennero promulgate le leggi razziali. Durante le persecuzioni il padre si salvò per caso da una retata e restò nascosto in un convento per tutti i mesi dell’occupazione, la madre si rifugiò in un casolare di campagna e poi, dopo la fuga attraverso le Alpi, in un campo di internamento in Svizzera. Di tutto questo, a casa di Lia, si è sempre parlato poco.
Dopo aver scritto un romanzo in cui ripercorreva le vicende degli ebrei italiani, l’autrice sceglie finalmente di raccontare quelle della propria famiglia. Storie di famiglia, di giusti e di infami durante le persecuzioni razziali in Italia, recita il sottotitolo del libro. Storie di ieri che si riflettono sul presente e sul futuro.
Perché non è vero che le generazioni nate dopo la persecuzione sono pacificate e serene: è come se attraversassero un deserto.
I fatti di domenica, in qualche modo, lo dimostrano. È necessario ricordare queste testimonianze e continuare a parlarne, sempre.
Noi ci occupiamo di libri, dicevamo in apertura, e pensiamo che leggere La generazione del deserto, Ascoltare e amplificare le voci racchiuse nelle sue pagine, sia un’ottima risposta al tentativo di zittire con urla e insulti Lia Tagliacozzo.
Cosa ha scritto la stampa?
La notizia, naturalmente, è stata rilanciata da moltissime testate di rilievo nazionale, sia della carta stampata sia radiotelevisive.
Servizi sulla vicenda sono andati in onda sul TG1, TG2 e TG3.
Inoltre, Lia Tagliacozzo è stata ospite di Loredana Lipperini nella puntata di Fahrenheit – Rai Radio3 del 12 gennaio (che potete ascoltare QUI), mentre il 13 gennaio ha partecipato a Che giorno – Rai Radio 1, programma condotto da Francesca Romana Ceci e Massimo Giraldi (QUI).
Naturalmente, sono moltissimi i giornali che hanno segnalato l’accaduto e pubblicato articoli di commento. Ve ne segnaliamo qui alcuni, per aiutarvi a ricostruire la vicenda. Trovate l’intera rassegna stampa sul sito di Manni.
il Manifesto
Quell’asticella che non si deve superare, di Lia Tagliacozzo
«È una questione di asticella: quella che non si deve superare. Non possiamo continuare a spostarla di volta in volta e rischiare di fare la fine della rana bollita che non si era accorta che l’acqua si stava scaldando»
La Repubblica
Svastiche e insulti antisemiti: su Zoom l’irruzione neofascista contro il libro sulla Shoah, di Viola Giannoli
«Un’incursione vera e propria, studiata, organizzata, violenta – come fosse in una sala, ma andata tutta in onda online»
Corriere della Sera
Ebrei, raid con immagini e video nazisti alla presentazione di un libro su Zoom. «Vi bruceremo tutti» di Paolo Brogi
«È stato un attacco serio, volevano far finire l’incontro, per fortuna l’evento è poi proseguito e il loro scopo è fallito.».
La Repubblica Torino
Torino, la Procura apre un’inchiesta sul raid antisemita durante la presentazione di un libro sulla Shoah, di Carlotta Rocci
«Un raid virtuale, ma violento e brutale come uno reale»
La Stampa
I fascisti digitali, di Elena Loewenthal
«Perché il Giorno della Memoria riguarda non tanto gli ebrei quanto il resto del mondo: la nostra comune civiltà che ha visto, permesso e prodotto tutto questo. A ciò dovrebbe appunto servire il ricordo: a condividere quel passato invece di liquidarlo come altrui, svendendo i propri sensi di colpa con un omaggio, magari ai denti stretti, ai morti».
Vi aspettiamo, dunque, mercoledì 27 gennaio, alle 18.30, per riflettere su quanto accaduto con Lia Tagliacozzo, ma soprattutto per ricordare, come di dice la stessa Tagliacozzo nel video di presentazione dell’incontro, «una storia che continua a riguardarci e interrogare il presente».