Gennaio

La storia dell’editoria è piena di grandi  romanzi che, per qualche ragione, non sono mai riusciti a uscire dai confini nazionali. A volte, quando abbiamo fortuna, capita che queste gemme siano riscoperte dagli editori per uno strano caso del destino, magari dopo anni.

Solferino ci ha appena fatto un grandissimo regalo portando in libreria Gennaio, opera prima di Sara Gallardo, dopo sessant’anni, con una tradizione affidata all’espertissimo Bruno Arpaia.

Pubblicato in Argentina nel 1958, quando l’autrice aveva ventisette anni, il libro di Gallardo colpisce per la maturità di scrittura e la consapevolezza autoriale.

Gennaio racconta la storia di Nefer, adolescente che vive in un ranch nella campagna argentina con la famiglia. Fuori le giornate trascorrono con apparente calma, mentre come ogni anno sta arrivando la stagione della mietitura. Dentro, la ragazza sente l’ansia e l’angoscia crescere ogni giorno, fino a consumarla.

Nefer è stata stuprata da un operaio locale e sa di essere rimasta incinta. Ma cosa può fare una ragazza da sola, in campagna, per non avere quel bambino che nascerà in inverno? Dove può andare per non essere costretta a sposare il proprio stupratore?

Gallardo racconta il dramma di Nefer con prosa asciutta e linguaggio poetico ricco di simbolismo, in un romanzo dalla straordinaria bellezza, ma anche brutale e doloroso. Un grido disperato volto a denunciare violenze, soprusi, discriminazioni di una precisa struttura sociale che priva le donne della possibilità di decidere di se stesse e del proprio corpo. Di scrivere la propria storia.

Un libro prezioso, che viene dal passato ma è ancora in grado di dirci molto sul presente e sul futuro, scritto da una delle più influenti scrittrici argentine e che ora, grazie a Solferino, possiamo finalmente scoprire anche qui in Italia.