Guardare le figure. Gli illustratori italiani dei libri per l’infanzia

Quaranta anni dopo. È questo il titolo della nuova introduzione che Antonio Faeti, studioso tra i più autorevoli nel panorama della cultura per l’infanzia ha aggiunto a Guardare le figure. Gli illustratori italiani dei libri per l’infanzia, che oggi torna in libreria per Donzelli editore con edizione rinnovata.

Il libro, pubblicato nel 1972 e ormai considerato un grande classico, fu il primo saggio a tracciare una storia dell’illustrazione e della letteratura dell’infanzia in Italia. E a ben vedere, a distanza di cinquant’anni, esistono pochissimi saggi che abbiano saputo portare avanti la riflessione di Faeti.

«Ho letto Guardare le figure con grande passione. Nella definizione critica dei figurinai sei bravissimo. Hai quella dote critica, mai abbastanza lodata, di saper valorizzare i minori e i minimi – e la letteratura vive della minuta verità dei minori e dei minimi» scriveva Italo Calvino a commento della prima edizione.

In queste pagine, lo studioso ripercorre il lavoro degli illustratori – i figurinai – che hanno plasmato l’immaginario nazionale, per tracciare un percorso. La nuova densissima introduzione, voluta fortemente dall’autore, amplia e aggiorna questi ragionamenti alla luce del cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni.

Perché l’illustrazione, al pari della parola scritta, ha dato forma e colore alla letteratura nel nostro Paese. Chi è cresciuto con quelle immagini, le ricorda ancora, come una sorta di viaggio collettivo generazionale che ha influenzato tutto quello che è venuto dopo. Pensiamo alle illustrazioni di Enrico Mazzanti o di Carlo Chiostri per il Pinocchio di Collodi; a Cuore di Edmondo De Amicis illustrato da Ferraguti e Sartorio; al lavoro di Gennaro Amato, Pipein Gamba e Alberto Della Valle, tra i maggiori illustratori salgariani.

Ma badate bene, come dice lo stesso Faeti, Guardare le figure non è «né una storia della letteratura per l’infanzia, né una storia delle illustrazioni dei libri per bambini», è molto di più.  È uno straordinario viaggio nel regno dell’immaginazione, per riuscire a cogliere l’essenza stessa, la forza e la portata formativa della narrazione per immagini.