La lunga impresa. Storia del mio matrimonio

Inquietante e appagante, la scrittura di Rick Moody, definito dal Times uno “scrittore di altissima classe”. Lo conferma La lunga impresa. Storia del mio matrimonio, romanzo autobiografico pubblicato da La Nave di Teseo, in cui lo scrittore americano affronta armato del suo stile e della sua straordinaria capacità di racconto le questioni fondamentali dell’esistenza umana: l’amore perduto e ritrovato, la difficoltà di convivere con nevrosi patologiche, la speranza di una nuova vita che riemerge dalle macerie del passato.

Chi legge si imbatte nelle enormi difficoltà che hanno contraddistinto e contraddistinguono la vita dello scrittore che è anche il protagonista del libro: un matrimonio fallito e le complicazioni che nell’arco di un anno insieme alla seconda moglie, l’artista Laurel Nakadate, dovranno affrontare, gli aborti di lei, la morte di alcuni amici, la demenza senile del padre di lui, la malattia della madre di lei, un furto in casa. Avrebbero potuto lasciarsi sopraffare e distruggere, invece, seppur alle volte con fatica, trovano sempre la forza di fronteggiare le inondazioni che ripetutamente irrompono e cercano di distruggere la diga che li protegge. Quella diga è il loro amore, solido a tal punto che il protagonista decide per la prima volta nella vita di abbandonarvisi senza riserve.

Il romanzo mette in scena la potenza propulsiva dei sentimenti e sottolinea come amare sia un atto di ribellione e abbia la capacità di farci ritornare a uno stato di sogno ingannevole di memoria schopenhaueriana, al di là del quale esiste il mondo vero. Quando ogni cosa sembra perduta, infatti, innamorarsi costituisce una roccaforte contro gli sconvolgimenti della vita e l’amato uno scrigno entro cui riporre il proprio sé più vitale e ostinato.
Il racconto rievoca concetti di innocenza e asperità: l’innocenza di un amore abbracciato per la prima volta senza riserve e l’asperità di un passato e, a volte, anche di un presente scomodo e difficilissimo da gestire.

La scrittura del romanzo è estremamente coinvolgente poiché l’autore è riuscito a mettere su carta il suo reale processo di pensiero così da consentire al lettore di annegare nei meravigliosi abissi della storia, in cui tragedia e incanto di mescolano e si integrano continuamente.
A rendere ancora più appassionante il racconto sono i numerosi retroscena che egli inserisce nella narrazione per dare spiegazioni sempre nuove e sempre diverse ai sentimenti e alle reazioni che lo attraversano.

Se non disdegnate il cantautorato italiano di livello, provate a leggere Moody con le note di Eugenio Finardi in sottofondo: “è la forza dell’amore, quella che non fa dormire… è la forza dell’amore, per la forza dell’amore, con la forza dell’amore, è la forza dell’amore”.
D’altronde questo libro è una lunga lettera d’amore a cui fallimenti e frustrazioni fanno solo da cornice.