Christopher Bollas è una delle figure più significative ed espressive della ricerca psicoanalitica contemporanea. In Le Forze del destino , pubblicato da Raffaello Cortina Editore, esamina la particolare natura dell’esperienza psicoanalitica, cercando di dare risposta a due fondamentali interrogativi dell’uomo: cosa c’è di unico in ognuno di noi? Come si manifesta questa unicità nella personalità, nella vita, nelle relazioni e nel processo psicoanalitico?
Bollas, a partire dal concetto di “pulsione del destino”, intesa come spinta presente in ciascuno di noi ad articolare ed elaborare il proprio idioma, elabora un’analisi del vero Sé che si contrappone al Falso Sé di ispirazione winnicottiana.
Cos’è un’idioma e cos’è il vero Sé?
L’idioma è ciò che ciascuno di noi possiede all’inizio della vita, ma che si realizza solo nel successivo corso dell’esistenza, trasformandosi in sensibilità e realtà personale, mentre il vero Sé è ciò che si realizza pienamente non solo grazie e attraverso l’esperienza che il piccolo fa della sua figura di accudimento principale, la madre, ma anche ciò che scaturisce dalle pulsioni esercitate dal destino inteso come “una forma dell’istinto di vita in cui il soggetto cerca di accedere al proprio vero essere attraverso un’esperienza che libera il proprio vero potenziale”.
Il vero Sé dotato di energia soggettiva, dunque, è quello che si realizza da una madre sufficientemente buona, che il bambino possa percepire in maniera non traumatizzante, ma è anche elaborato a livello di “conosciuto non pensato”, inteso come conoscenza a base genetica che costituisce il sapere istintivo e che non è stata appunto elaborata mentalmente.
Cos’è, invece, il falso Sé? Bollas usa il concetto di fato per descrivere la condizione in cui l’esperienza vissuta non ha incontrato né facilitato il vero Sé. Chi si sente colpito dal fato non ha sperimentato la realtà come favorevole alla “soddisfazione del suo idioma interno”.
Possiamo collegare il senso del fato descritto da Bollas ai concetti winnicottiani di falso Sé e di vita reattiva. Al contrario, la pulsione del destino serve ad affrontare l’evoluzione del vero Sé, cosicché si potrebbe chiedere al soggetto se sta o non sta compiendo il proprio destino.
Per distinguere tra fato e destino, Bollas ricorre a quel passo dell’Eneide in cui Giunone invita il fato a intervenire per suo conto contro Enea, ma vede fallire i suoi desideri perché il destino di Enea non permette un intervento simile. Che c’entra questo con la psicoanalisi? “La persona malata che viene in analisi perché ha sintomi nevrotici, o problemi di carattere, o idee e dolori psicotici, può essere descritta come una persona colpita dal fato. Cioè soffre di qualcosa che non può specificare, che ha un certo potere sulla sua vita e che riesce a interferire seriamente con la sua capacità di lavorare, di provare piacere, o di formare rapporti intimi. E potremmo dire che il sintomo classico è una specie di oracolo”, afferma Bollas.
Leggendolo ci siamo trovati un po’ nudi davanti a noi stessi, questo indubbiamente ci ha un po’ spaventati, ma ci ha anche lasciati con molte consapevolezze in più, di cui faremo tesoro!
Forze del destino
Christopher Bollas
RAFFAELLO CORTINA EDITORE
VAI AL LIBRO- Genere:
- Psicologia
- Listino:
- € 18.50
- Collana:
- Psicologia clinica e psicoterapia
- Data Uscita:
- 15/07/2021
- Pagine:
- 232
- Lingua:
- Italiano
- EAN:
- 9788832853421