Questa notte è mancato Roberto Calasso, il presidente e direttore editoriale di Adelphi
C’è poco da aggiungere a quel che da questa mattina giornali, siti web e social network vanno pubblicando e pubblicheranno nei giorni a venire.
Firme ben più prestigiose, intellettuali e scrittori di incommensurabile grandezza analizzeranno la sua figura o inanelleranno ricordi di lui, del suo scrivere e del suo pubblicare davvero inarrivabile.
Noi siamo una semplice struttura commerciale e da tre anni lavoriamo al servizio della casa editrice Adelphi. Possiamo solo ribadire l’enorme orgoglio di aver lavorato per lui, la fierezza di avere portato i suoi libri, quelli che pubblicava e quelli che scriveva, fin sui banchi – fisici o virtuali – delle librerie.
Continueremo a farlo per la casa editrice Adelphi, che continuerà a pubblicare libri di estrema eleganza e abissale intelligenza, che proseguirà l’opera di Roberto Calasso per tutti gli anni futuri che ci è dato immaginare. Ma certo ci mancheranno la sprezzatura, l’ironia e la spregiudicata lucidità di Roberto Calasso. Lucidità che si applicava anche alle questioni dell’editoria, anche alle questioni del mercato librario.
E allora, rileggeremo ancora e ancora i suoi scritti “editoriali”, le pagine de L’impronta dell’editore o di Come ordinare una biblioteca. E scopriremo nelle prossime ore le pagine nuove che aveva affidato a due volumi che proprio oggi sono entrati in libreria: le memorie serbate in Memé Scianca e il ricordo di un protagonista dei primi anni di Adelphi, oltre che della cultura italiana, come il Bobi Bazlen di Bobi.