Unorthodox

Finalmente in libreria da Solferino l’attesissimo Unortodhox, l’autobiografia di Deborah Feldman, da cui è  tratta l’omonima miniserie tv Netflix di enorme successo.
Pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 2012, il libro ha venduto tantissime copie ed è stato tradotto in varie lingue.

Un inno alla ribellione in nome della libertà personale, un elogio della follia di chi con coraggio alza la voce per alzare il velo dell’invisibilità. È la storia di una donna che abbandona la sua comunità di ebrei ultraortodossi per fuggire all’inutile crudeltà di regole oppressive.

La protagonista, Devoiri, nasce e cresce nella comunità chassidica di Williamsburg, a Brooklyn, qui l’osservanza dei precetti talmudici è strettissima: la sessualità rappresenta un tabù, i matrimoni sono combinati, l’inglese è proibito, gli uomini dettano le regole e le donne sono costrette a subirle. Si vive insomma un’esistenza fuori dal mondo, schermata e scandita dalle imposizioni e dai riti religiosi, una vita in cui il dolore rappresenta la via della salvezza.

Devoiri viene allevata dal nonno Zeydi, dalla nonna Bubby, l’unica con cui riesce a instaurare un rapporto umano significativo, e dalla temibile zia Chaya, fino a quando, stanca di fingere, insegue i suoi desideri e a ventitré anni fugge a New York, portando con sé il figlio avuto da un matrimonio non voluto, senza lasciare nessuna traccia.
Devoiri, d’altronde, come lei stessa afferma, ha sempre voluto tutto dalla vita, tutto ciò che fosse possibile avere, per questo mette in discussione il mondo che la circonda e sceglie di scappare dalla prigionia dell’immobilità.

Per gran parte della narrazione viviamo l’infanzia e l’adolescenza della protagonista e ci intrufoliamo insieme a lei nelle biblioteche in cui legge di nascosto. Leggere la fa sentire straordinariamente felice e libera perché da quelle pagine si sente finalmente compresa. E poi indossiamo le sue stesse calze coprenti e ne sentiamo il peso. Desideriamo con lei un marito che le permetta di esprimere se stessa e partecipiamo con un senso di delusione al suo matrimonio.

Solo le ultime pagine, a differenza che nella serie tv in gran parte incentrata sulla vita della protagonista dopo la fuga dalla comunità ebraica, sono dedicate all’allontanamento dalla sua vecchia vita e da tutte quelle regole che l’avevano fino a quel momento privata della linfa vitale.

La lettura del libro sarà un lungo respiro trattenuto che il lettore riuscirà a buttar via soltanto alla fine.