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Libri che restano, come il carbonio

15 febbraio 2023 | cristina
Libri che restano, come il carbonio

La nostra intervista a Fabio Laneri di Carbonio Editore.

Il carbonio è l’elemento chimico presente in ogni forma di vita che permane anche dopo la morte. Carbonio Editore, casa editrice fondata nel 2016 da Fabio Laneri e Fortunata de Martinis, ne ha preso il nome, ma anche il concetto alla base.

Carbonio Editore si occupa di questo, di ciò che rimane: le parole e i pensieri. Sì, al plurale, perché una delle peculiarità della casa editrice è la pluralità dello sguardo. Nel catalogo di Carbonio, infatti, in questi anni hanno trovato spazio alcune delle voci più interessanti della narrativa contemporanea internazionale e del pensiero filosofico, con una chiara tendenza a perlustrare sentieri inesplorati.

Una casa editrice che con il 2023 torna in PDE per continuare questo cammino di scoperta insieme. Abbiamo parlato di tutto questo proprio con l’editore Fabio Laneri.

Fabio Laneri

Innanzitutto cos’è Carbonio? Come nasce la casa editrice?

La casa editrice nasce nel 2016. Io sono partito come architetto per poi diventare imprenditore, ma ho sempre avuto la passione per la letteratura, la filosofia, i libri in genere. Fortunata de Martinis, mia madre, che è l’attuale presidente, viene da altre esperienze editoriali con la De Martinis & C., che ha fondato nei primi anni ‘90. Insomma, a un certo punto ho detto «proviamoci», nonostante le condizioni del mercato.

Tutto parte appunto da una grande passione personale per la letteratura, la filosofia e il pensiero di qualità. Per me non ci può essere che un’editoria alta, animata da una costante ricerca e tensione verso quelli che sono i doveri di ogni impresa culturale. Non per niente miei modelli sono Einaudi e Adelphi. Certo, oggi il mercato non è più quello degli anni ‘70, è cambiato il mondo, si pubblica molto, c’è tanta carne al fuoco, ma troppo spesso si assiste a fiammate improvvise che non restano.

L’obiettivo sicuramente è quello di provare a pubblicare titoli che invece rimangano, creare un catalogo di longseller. È chiaro che poi bisogna cercare di coniugare alta qualità letteraria e di pensiero con altrettanta qualità di genere. Per esempio, i thriller nordici, in cui noi crediamo e con i quali abbiamo avuto anche un buon successo di pubblico. Ecco, quindi, lo spirito di Carbonio è quello di permanere, come l’elemento da cui prende il nome. Puntiamo a fare ricerca, a dare qualche stimolo, veicolare spunti che, a mio avviso, sempre più mancano.

E infatti, proprio i nomi delle vostre collane – Cielo stellato, Zolle, Origine e Particelle – sembrano riprendere la metafora del nome della casa editrice, tracciare un percorso. Cosa hanno in comune tutti questi libri, che spaziano dalla narrativa alla saggistica, passando per i classici riscoperti, con un occhio di riguardo per la narrativa letteraria di genere come fantascienza e thriller, oltre alle numerose voci femminili nuove e inedite?

Carbonio nasce con Cielo stellato e Zolle, la prima una collana in cui fiction, non fiction e generi vari convivono e la seconda dedicata al pensiero. A queste, abbiamo poi sentito la necessità di aggiungere Origine, che sta diventando sempre più importante per noi. È una collana che ripropone grandi o piccoli classici dimenticati, oppure finora veicolati da traduzioni non all’altezza del loro valore e dei temi affrontati. Più di recente si è inserita Particelle, che raccoglie piccoli pamphlet, per allungare la coda, per dire quello che c’è da dire. Ecco, il collegamento è sicuramente il contenuto.

Guardando le vostre pubblicazioni, salta all’occhio il grande lavoro di ricerca che portate avanti: voci emergenti, interessanti, fuori dagli schemi, come quelle di Caitlin Doughty, Aliya Whiteley, Jenni Fagan, Pauline Klein, Anna Kańtoch, per fare qualche nome, o classici da riscoprire come i libri dei fratelli Strugackij o Colin Wilson. Sembra che l’esplorazione, sia del passato che del contemporaneo, rappresenti la spina dorsale del progetto editoriale, insieme al lavoro di scouting. È così?

È assolutamente così. Ultimamente ho esteso la ricerca di testi alle persone con cui collaboro, alla redazione, ma avevo cominciato nella mia sala musica, il sabato e la domenica, cercando testi che mi ispirassero. Anche perché all’inizio non è facile avere contatti con le agenzie, quindi bisogna muoversi un po’ secondo l’estro personale. Oggi continuo a fare scouting, ma di concerto con il resto della casa editrice.

Ho un valido amico, Maurizio Giannangeli, che si occupa di Origine e che è bravissimo a trovare testi come La civetta cieca di Sadeq Hedayat, che abbiamo ritradotto dal persiano. Questo è un esempio del lavoro che facciamo con Origine,  cioè riscoprire e riprendere un grandissimo classico, considerato il romanzo persiano del ‘900, e farlo ritradurre da una bravissima traduttrice come Anna Vanzan, che purtroppo è mancata da poco.

Tra l’altro, e vale per tutte le collane, noi traduciamo esclusivamente dalla lingua originale. Nelle nostre scelte, cerchiamo di avere un filo rosso che leghi un po’ tutto, attraverso la qualità, la poeticità, l’originalità, anche il valore sperimentale   di certi testi. Qualcosa, insomma, che dia una continuità al progetto editoriale.

E quali sorprese ci riserverà Carbonio nel 2023? Qualche anticipazione?

Il ritorno in PDE si è aperto con Il capro espiatorio di August Strindberg. Si tratta del terzo libro di questa trilogia secondo me straordinaria, tra le ultime opere dell’autore. Il primo titolo, Solo, l’abbiamo pubblicato un paio d’anni fa. Poi pubblicheremo Destino zoppo, l’ultimo libro dei fratelli Strugackij, di cui ormai abbiamo pubblicato diversi titoli e che troviamo di grandissima qualità letteraria, tra sperimentalismo e visionarietà. Non per niente questo libro è considerato il loro testamento spirituale.

Seguirà, a proposito dell’opera di recupero dei classici attraverso nuove traduzioni di cui dicevamo, Alla vigilia di Ivan Sergeevič Turgenev, che si trova nella grandissima traduzione di Ettore Lo Gatto, uno dei più grandi slavisti. La traduzione è degli anni ‘60 e noi abbiamo pensato di coinvolgere il professor Mario Caramitti, uno slavista appassionato dell’avanguardia dei primi anni del ‘900. Caramitti ha avuto modo di rinfrescare la traduzione di Lo Gatto che era, come dire, inimitabile, un caposaldo. Abbiamo pensato di attualizzarla attraverso un lavoro molto attento che viene spiegato nell’introduzione, lavorando sui tempi e i modi verbali. Magari qualcuno avrà da ridire, ma noi abbiamo trovato un motivo di sfida, anche orgogliosamente, nel provare a cercare di dare degli spunti nuovi e rinnovare un testo così importante.

Più avanti uscirà L’ombra, terzo volume di L’accordo, di Paolo Scardanelli, un autore nel quale crediamo molto e che ha scritto questa saga che ancora non sappiamo da quanti volumi sarà formata. La sua è una scrittura di grande qualità e che si rifà ai pilastri della letteratura.

Nella collana Zolle pubblicheremo il secondo libro di Barbara Stiegler, Bisogna adattarsi. Da noi era già uscito con grande successo il suo La democrazia in pandemia. Stiegler è una politologa e filosofa francese controcorrente, la quale sostiene che bisogna lavorare dal basso e riportare la democrazia alle sue origini. Segnalo anche la pubblicazione di Watersong, nuovo libro di Clarissa Goenawan, autrice indonesiana che parla del Giappone.

In estate pubblicheremo, nella magnifica traduzione del Eugenia Martinez, Sortilegio, di Hermann Broch, il suo ultimo libro, uscito quasi cinquant’anni fa. Ci tengo a segnare in autunno la nuova traduzione de La tentazione di sant’Antonio di Gustave Flaubert, a cui ha lavorato il professor Bruno Nacci. Chiudiamo, sempre verso fine anno, con due testi nordici: Testament di Nina Wähä, thriller svedese ambientato in Finlandia tradotto, da Stefania Forlani, e One True Word di Snæbjörn Arngrímsson, un thriller islandese tradotto da Silvia Cosimini (ed è molto difficile trovare persone che traducono dall’islandese).

Potete ascoltare l’audio della nostra intervista nel tredicesimo episodio del nostro podcast magazine Indie – Libri per lettori indipendenti.