Gea Politi, Cristiano Seganfreddo e Leonardo Caffo ci parlano della nuova casa editrice Politi Seganfreddo edizioni.
Dal 1967, una delle voci più autorevoli nel mondo dell’arte contemporanea e internazionale è rappresentata da Flash Art, rivista trimestrale fondata dal critico d’arte Giancarlo Politi. Dal 2015, il ruolo di editore e direttore è passato a Gea Politi, figlia del fondatore, raggiunta nel 2019 da Cristiano Seganfreddo. Da sempre Flash Art ha affiancato alla rivista anche un’importante produzione libraria, ma con questo avvio d’anno i libri smettono di essere un’emanazione della rivista per acquisire piena autonomia. Nasce infatti Politi Seganfreddo edizioni: un piano editoriale che copre tutto l’anno, una linea grafica coerente, obiettivi ambiziosi, una consapevolezza del mercato all’altezza delle ambizioni.
Ai microfoni di INDIE abbiamo intervistato i due editori e Leonardo Caffo, direttore editoriale della casa editrice.
Gea Politi, perché Politi Seganfreddo edizioni? Perché i libri e con questa centralità?
Dagli anni Settanta alla fine dei Novanta abbiamo pubblicato più di 300 titoli sotto il nome di Giancarlo Politi Editore. Per cui avevamo già una casa editrice che si legava strettamente al mondo Flash Art e agli incontri del fondatore Giancarlo, mio padre. Tutte le pubblicazioni erano prettamente legate al mondo dell’arte, dall’arte povera alla transavanguardia, e alle voci dei vari personaggi che hanno collaborato alla rivista. Oggi siamo partiti da un nuovo progetto, ma senz’altro non da zero. Siamo partiti intanto con una nuova veste grafica disegnata internamente da noi (cioè da Alessio Venturoso) che rimane fedele a ogni nuova uscita.
Grazie alla collaborazione e alla direzione editoriale di Leonardo Caffo, la Politi Seganfreddo edizioni diventa quindi una casa editrice che vuole restituire la contemporaneità ripensandone le categorie in modo fluido, dove l’arte si fonda con la scienza, la moda con la filosofia, il romanzo con la poesia sperimentale, la teoria con la musica. È il mondo della contemporaneità per come appare oggi, ed è quello su cui noi ci basiamo.
La contemporaneità esige di andare oltre l’ordinaria tassonomia culturale. Per questo PSE intende riflettere diversamente sull’idea di genere, lunghezza e parametro editoriale, agendo su più direzioni: cioè veicolando anche le voci che hanno anticipato questa tendenza nella storia editoriale della rivista (che sembrano essere venute più dal futuro che dal passato) e le novità che provano a descrivere questa nuova unione d’intenti. Quindi abbiamo scelto di inserire i nostri cognomi anche per dare una nuova direzione, il senso di svolta di questo progetto. Tutto questo mantenendo comunque dei legami forti con i contenuti della rivista.
Leonardo Caffo, quali linee editoriali seguirà Politi Seganfreddo edizioni sotto la tua direzione editoriale? A sfogliare i primi titoli, diremmo più testi che illustrati, più saggistica che cataloghi e forse non solo arte.
Nonostante dietro a PSE ci sia la prestigiosa rivista Flash Art, la casa editrice non è una solo una gemmazione. È un progetto che in qualche modo cerca di afferrare un’estensione semantica più ampia di quella dell’arte contemporanea, pur avendo un uso specifico da cui non si può prescindere. Voi lo sapete meglio di chiunque altro, è molto complicato rinnovare un vecchio editore in un momento in cui di editori ce ne sono moltissimi e di lettori ce ne sono pochissimi. Quindi abbiamo cercato di capire quale fosse, con tutte le complessità e la possibilità di sbagliare del caso, il pezzettino editoriale non completamente coperto: l’abbiamo identificato in quello che già Giancarlo Politi chiamava il “contemporaneo”, ovvero una fascia di contemporaneità che ha a che fare con dei temi molto ampi.
Per cui abbiamo l’antropologia, in cui andiamo a prenderci autori molto noti al grande pubblico come Franco La Cecla. Abbiamo la teoria della psichiatria, con un altro autore molto noto a chi si occupa di etnopsichiatria, antipsichiatria, e che prende l’eredità di Franco Basaglia: ovvero Piero Cipriano. Lui farà una cosa molto anomala, ci racconterà come l’ayahuasca viene utilizzata per curare, per esempio, i disturbi della personalità. Molti inediti, dunque, e uno è del nostro stesso editore, Cristiano Seganfreddo, che ha consegnato alle stampe La banalità del brutto. Ma insieme presentiamo un ripescaggio a cui teniamo tutti moltissimo, perché è una conditio sine qua non: Giancarlo Politi con le sue memorie. E credo sarà un autore che tornerà più volte all’interno della nostra parabola editoriale. Ma PSE intende sviluppare un’attenzione alle voci dal mondo, cioè alle traduzioni. Per cui cominciamo anche con la narrativa, con Mercurio Contro di Emily Segal, artista, scrittrice, intellettuale che con questo suo primo romanzo si è da subito qualificata come un importante caso letterario. La prefazione è di Gea, che si è molto spesa per essere l’editore di Segal.
A fianco di questa assoluta contemporaneità vogliamo proporre dei classici puri in cui ci riconosciamo, come Ludwig Wittgenstein e un suo libro straordinariamente bello e potente, da tempo fuori dal mercato editoriale e che da noi ha conosciuto una circolazione esclusivamente para-accademica, nonostante sia l’unico libro che Wittgenstein ha pubblicato in vita oltre al Tractatus: ovvero il Dizionario per le scuole elementari. Lo curerà Felice Cimatti, a mio avviso uno dei filosofi viventi più interessanti a livello europeo.
La storia dei nostri editori è ibridata poi anche al mondo della moda, che è una cosa molto importante e urgente in Italia. Non c’è di fatto un editore che copra quelli che all’estero vengono chiamati “Fashion Studies”: cioè non i semplici cataloghi di moda, ma proprio la moda come disciplina concettuale e teorica, che ovviamente ha la sua messa a terra nelle cose che conosciamo. Iniziamo con un libro stranissimo, perché è di un abate domenicano di Santa Maria delle Grazie, oltre che professore di Fashion Studies in Lussemburgo. Tra l’altro è stato l’ultimo intellettuale residente nell’azienda di Vivienne Westwood prima che la stilista venisse a mancare. Il libro si chiama Il vangelo delle vanità: moda e spirito, e ci fa capire come e quanto in realtà l’abito faccia il monaco.
Anche la filosofia, ovviamente, ha un ruolo importante per noi. Negli anni Giancarlo Politi ha pubblicato sulle pagine di Flash Art i più grandi filosofi del mondo in forma di conversazioni tra arte e filosofia, da Slavoj Žižek a Peter Sloterdijk, da Gianni Vattimo a Massimo Cacciari. C’è un’enormità di contenuti filosofici che ripubblichiamo in un libro in mia cura che si chiama Una ribellione esistenziale: appuntamenti dell’arte con la filosofia.
Quindi il nostro tentativo è di avere un editore che parli al pubblico più vasto possibile, perché altrimenti sarebbe come tirarsi la zappa sui piedi. Libro dopo libro, vogliamo costruire una proposta che copra una fascia di contemporaneità che attualmente fatica a rispecchiarsi in un editore da libreria e si muove per altre vie. Noi vorremmo cercare di unire questi mondi, ed è la ragione per cui più che pensarci come un editore e basta, ci immaginiamo come un editore-piattaforma: cioè un editore che possa creare una comunità attorno a questa assenza che in qualche modo un po’ tutti respiravamo nel mercato della piccola e media editoria indipendente e italiana.
I libri acquistano quindi un’inedita centralità, mettendosi al cuore di una pluralità di attività che non contempla solo la rivista Flash Art, ma numerosi altri ambiti. E questo sembra un aspetto interessante, non è vero Cristiano?
Abbiamo scelto come elemento grafico per rappresentare la casa editrice il rabdomante. È una figura storica, ambigua, divinatoria, che si perde nella notte dei tempi. Viene raffigurato con un bacchettino di legno che serve a ricercare l’acqua e i metalli preziosi. È un po’ quello che fa l’editore, cioè trovarsi con una sorta d’intuito non codificato a ricercare nei territori della contemporaneità. È là che noi abbiamo pensato il nostro sistema, che non riguarda semplicemente la casa editrice o la rivista, ma comprende proprio un luogo di divinazione, di incontro, di ricerca, di scoperta, nei territori della contemporaneità. Anche questa è una parola viscosa, liquida, poco definita, ma che significa cercare di interpretare attraverso più media, attraverso più attività, la complessità straordinaria che viviamo.
Negli anni in cui abbiamo vissuto la spinta rivoluzionaria e creativa di quella che poi è diventata l’arte contemporanea c’era maggiore precisione. Oggi c’è una grande liquidità tra gli ambiti. Noi attiviamo queste fasi di ricerca e di scoperta, le attiviamo con più strumenti e cerchiamo di rilasciare un immaginario originale ma anche organico delle spinte, degli impulsi che riteniamo siano interessanti per interpretare e per avere degli elementi: per provare a interpretare quello che ci capita continuamente e che è continuamente inaspettato. E questo lo facciamo attraverso tanti dialoghi, che vanno dalla filosofia alla scienza, ovviamente dall’arte alla poesia, con una prospettiva internazionale e globale.
Come dice anche Leonardo, sono tanti i sistemi che si toccano. Compreso sicuramente quello della moda, nella quale vediamo una delle matrici forse più vicine alla sensibilità contemporanea. Io dico spesso che la moda è l’unica espressione che si capisce in modo più pop, in modo più aperto e con più immediatezza rispetto alla ricerca nelle altre arti. Per cui la nostra idea è di avere un sistema articolato di azioni e di complessità dove vogliamo anche perderci.
Appuntamento in libreria allora, con i primi sei titoli di Politi Seganfreddo edizioni:
– Giancarlo Politi, Amarcord Vol.1. Racconti postsituazionisti di arte e antiarte (Con prefazione di Francesco Bonami)
– Piero Cipirano, Ayahuasca e cura del mondo
– AA.VV., Una ribellione esistenziale. Appuntamenti dell’arte con la filosofia (A cura di Leonardo Caffo)
– Alberto F. Ambrosio, Il vangelo delle vanità. Moda e spirito
– Emily Segal, Mercurio contro (Con prefazione di Gea Politi)
– Cristiano Seganfreddo, La banalità del brutto. La bellezza è politica
Trovate il podcast della nostra intervista nel quattordicesimo episodio di INDIE – Libri per lettori indipendenti.