Arriva il nuovo romanzo di Luca Ricci che chiude la tetralogia delle stagioni. E noi lo intervistiamo a #PDESocialClub.
Giovedì 6 aprile alle 18.00, ospite di #PDESocialClub sarà una delle voci più irriverenti della narrativa italiana di questi anni, Luca Ricci e il suo I primaverili (La nave di Teseo), con cui giunge a compimento la tetralogia delle quattro stagioni, inaugurata nel 2018 con Gli autunnali.
Del protagonista non sappiamo né il nome né il cognome. Ma è quasi l’unica cosa che di lui non sappiamo, visto che di tutto si può accusare la divagante, ossessiva, puntuta prima persona narrante tranne che di reticenza. Il sesso? Un’ossessione perennemente frustrata. L’amore? Non sarebbe neanche chissà che ossessione, non sarebbe neanche un problema, in sé, non fosse che per colpa di uno strano incontro, proprio l’amore finisce per risolversi in un ostacolo al sesso. E allora sì che iniziano i problemi.
La mamma? Non ne parliamo: spietatamente pratica, tirannica detentrice di un reddito sicuro, benché pensionistico, perseguita il protagonista di telefonata in telefonata con la sua dura razionalità economicista. Roma? Meravigliosa, scaciata, franante e intima, viene percorsa in lungo e in largo dalla strana coppia morganatica di fatto, di colle in colle, di lungotevere in lungotevere, di parco in parco, mano nella mano, invece di stare a casa a scompigliare lenzuola. Comunque, Luca Ricci, e/o il suo personaggio, riescono a farcene riinnamorare per l’ennesima volta. La carriera letteraria? Un disastro. Forse. O forse no.
È che il nostro protagonista, postesordiente di qualche successo alle prese con gli orrori della seconda prova, non ce la fa proprio a farsi andare bene il piccolo mondo incestuoso delle patrie lettere in edizione romana: redazioni radiofoniche impegnate in complicati giochi di potere consumati a colpi di mugolii, abbracci e pacche sulle spalle, produzioni cinematografiche che partono tra urla di entusiasmo e si estinguono nel nulla come fiumi iranici, e poi maneggi, consorterie, premi e curatele, parentele e amicizie che un po’ lo scandalizzano, un po’ lo avviliscono, un po’ lo irretiscono, e molto divertono noi lettori.
Intanto, attorno a lui e alla sua voce narrante, fluiscono le storie, le avventure, gli incontri. Ex fidanzate irrimediabilmente appassite, colleghi più anziani e definitivamente sconfitti dalla consapevolezza della propria mediocrità, libraie entusiaste, commercianti irrefrenabili. Su tutti, totemica e imperturbabile, la sedia da ufficio, imbottita, con rotelle, con braccioli, con leve e levette per regolare altezze e inclinazioni, che di versione in versione, di upgrade in upgrade, di avatar in avatar, di scontentezza in scontentezza domina i patetici tentativi di metter mano all’Opera Seconda, di sconfiggere il panico da pagina bianca, di risolvere accidia e pigrizia in nome di un’operosa conferma.
Col che risolviamo anche il quesito sull’autobiografismo del romanzo in prima persona. Non sappiamo quanto di Luca Ricci ci sia nel suo protagonista. Quel che è certo è che, arrivato al suo quasi ventesimo titolo, il panico da pagina bianca, l’accidia e la pigrizia non sono proprio cosa sua. Per la gioia e il piacere di noi lettori.
Di tutto questo parleremo con l’autore il 6 aprile, sulle pagine Facebook di La nave di Teseo, di PDE e di tutte le librerie che vorranno condividere l’incontro in streaming, ma anche sui nostri canali Instagram, e Linkedin e YouTube.