Più di un saggio, un racconto avventuroso ed emozionante alla scoperta dell’ultimo dinosauro: Carl Safina, biologo, docente e divulgatore, parla di Il viaggio della tartaruga ai microfoni di PDE.
«La coesistenza è davvero l’unica speranza per la vita sulla Terra» ci dice Carl Safina durante la chiacchierata che abbiamo avuto l’opportunità di fare in occasione di Più libri più liberi, la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria di Roma, nella splendida cornice della Nuvola progettata da Massimiliano Fuksas. Proprio il concetto di coesistenza è al centro del suo libro più recente, Il viaggio della tartaruga, appena pubblicato da Adelphi Editore nella collana Animalia e tradotto da Isabella C. Blum.
Biologo, già autore di libri come Animali non umani e Al di là delle parole, docente della Stony Brook University di Long Island, Safina ci porta con sé in un viaggio attraverso gli oceani, che poi, come recita lo stesso titolo del libro, è proprio Il viaggio della tartaruga: un denso e rigoroso saggio biologico-etologico dal forte carattere divulgativo, pensato per ogni pubblico, che diventa un’emozionante narrazione grazie al grande talento del Safina scrittore. «Quella della tartaruga è una storia meravigliosa» ci dice il biologo statunitense, «ma la tartaruga mi aiuta a raccontare la storia di come l’umanità stia trasformando gli oceani».
Al centro di questa narrazione avventurosa c’è la tartaruga liuto, l’esemplare più grande del suo ordine e tra quelli più antichi sotto il profilo evolutivo, «l’ultimo dinosauro». Safina non si limita a descrivere le sorprendenti caratteristiche morfologiche e comportamentali, ma segue la tartaruga – che diventa per lui e per noi quasi una guida – nei suoi vertiginosi tragitti migratori, alle prese, suo malgrado, con l’impatto che l’azione umana ha sul suo mondo, che poi è anche il nostro, perché gli oceani ricoprono il 71% della superficie terrestre.
Nel corso della loro vita raminga, queste tartarughe, racconta Safina, «avvertono l’impatto degli esseri umani sugli oceani, lo sperimentano e devono provare a sopravvivere». Tipico dell’approccio del biologo è proprio l’abbandono dell’antropocentrismo nelle narrazioni sulla natura, in favore di una visione più ampia. Safina crea connessioni tra Sapiens e altre specie, sia a livello biologico che emotivo, ci invita a cambiare punto di vista e a guardare il mondo attraverso gli occhi di questo meraviglioso e antichissimo animale, creando in chi legge nuova consapevolezza.
Lasciamo la parola dunque allo stesso Carl Safina, che racconta Il viaggio della tartaruga ai microfoni di PDE. Per vedere la nostra intervista, cliccate sul video qui sopra.