Ci ha lasciati l’illustre primatologo che ha studiato con umiltà e sensibilità animali ed esseri umani.
di Luca Bonifacio
Frans de Waal si è spento all’età di settantacinque anni. Parliamo di un biologo, etologo e primatologo olandese di fama internazionale, di uno dei più grandi studiosi degli animali – e degli esseri umani – paragonabile a menti del calibro di Konrad Lorenz: altro gigante del settore, o per dirla più semplicemente e umilmente, uomo che agli animali – in quel caso le oche – sussurrava come un padre. Frans de Waal ha cominciato invece la sua strada con i macachi, portandone i comportamenti aggressivi al centro della sua tesi di dottorato in biologia presso l’Università di Utrecht, trasferendosi poi negli Stati Uniti, dove cominciò a insegnare nel 1991 al dipartimento di Psicologia della Emory University di Atlanta, e rientrando, nel 2007, nella lista delle cento persone più influenti al mondo per il Times.
Frans de Waal ha studiato la vita sociale degli animali in tutti i suoi aspetti, applicandovi categorie concettuali quali potere, sessualità, pace, natura, moralità, etica, bene, male. È diventato proprio per questo, negli ultimi venti anni, una voce illustre e di spicco del catalogo di Raffaello Cortina Editore, che nella collana Scienza e idee aveva cominciato a pubblicare nel 2013 Il bonobo e l’ateo. In cerca di umanità fra i primati: uno studio sull’origine della morale – della legge morale che è dentro di noi kantianamente parlando – e sulla sua evoluzione naturale attraverso le pratiche di socializzazione degli animali, come ad esempio la pulizia del pelo, detta anche grooming.
Infatti il primatologo olandese ha sempre unito rigore scientifico – quella categorica ambizione alla ricerca della verità scientifica – alla passione per una narrazione profondamente pervasiva e piccante. Sempre, però, ricordandoci chi siamo noi e mostrandoci quelli che sono i nostri di comportamenti.
De Waal è giunto così a mostrare i nostri limiti e a sfidarli, come in Siamo così intelligenti da capire l’intelligenza degli animali?, raccontandoci soprattutto il modo in cui gli animali, dai polpi ai delfini, dalle vespe alle pecore, siano capaci non solo di costruire utensili, ma anche di ricordare il passato proprio come noi: manifestando così l’evidente ovvietà di quanto la nostra eminenza nel pianeta Terra sia effimera.
Il biologo ha cercato per tutta la vita di capire gli umani attraverso gli studi sulla cognizione animale, non dimenticando mai, però, di mettere il dato emotivo al centro delle sue idee: come in L’ultimo abbraccio, in cui è partito dalla storia dello scimpanzé Mama e del biologo Jan van Hooff per raccontarci odi e amori, disgusti e paure degli animali, le connessioni fra noi e loro, la continuità esistente fra le specie.
Arriviamo così all’ultimo libro pubblicato nel 2022, Diversi, illuminante saggio che unisce anni di studi e osservazioni per ribaltare la questione dei ruoli di genere nelle società umane a partire da quelle animali, riconsiderando concetti quali “mascolinità” e “femminilità”, presunte e diffuse opinioni sull’”autorità” e sulla “leadership”, studiando legami filiali e comportamenti sessuali a cominciare proprio dalla specie degli scimpanzé e dei bonobo.
Rovesciando una prospettiva strettamente antropocentrica, sostituendo il principio puramente istintivo al dato prettamente emotivo, Frans de Waal ci ha insomma fatto capire che rabbia, felicità, paura e piacere sono tutte emozioni che definiscono le qualità umane, ma che non ne caratterizzano in modo alcuno la prerogativa. Ci ha lasciato anche lui, unendo chiarezza e sensibilità, un’eredità importante, complessa, inclusiva e variegata: l’idea di un umanesimo privo di derive deleterie per gli animali e capace di stimolare il senso di cooperazione per la comunità; l’invito a sviluppare l’empatia per i nostri simili; la volontà di comprendere un mondo – e non uno zoo – di cui facciamo parte.
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in alto Frans de Waal e Raffaello Cortina a Pordenonelegge