È morto Francesco Brioschi, fondatore dell’omonima casa editrice. Noi lo ricordiamo così. Con affetto e con rispetto.
All’età di ottantasei anni si è spento Francesco Brioschi. Di tutti i clienti di PDE, la sua casa editrice, un gruppo formato dall’omonima Francesco Brioschi Editore e dalla sigla di libri per ragazzi Valentina, è sicuramente tra le più dinamiche e “avventurose”. Proprio come il fondatore era tra gli interlocutori più allegramente coriacei, un uomo curioso, deciso, tanto capace di rischiare quanto attento alla concretezza dei suoi progetti.
Brioschi, cognome garanzia di solidissima e diremmo gaddiana ambrosianità, non nasce editore ma editore diventa nel mezzo di una vita dedicata alla ricerca e all’insegnamento sotto il segno di una inesauribile curiosità, che lo aveva portato ad attraversare tutte le ali del Politecnico milanese, dall’Ingegneria Elettrotecnica della laurea e della prima cattedra alla creazione di piani di studio in Marketing e Gestione aziendale che poi diventeranno sotto la sua guida Ingegneria Gestionale. Ma siccome il Prof. temeva soprattutto la noia, invece di accomodarsi a un qualche prestigioso trantran accademico, si rimetteva subito in gioco passando da Controlli Automatici a Economia Agroalimentare, a Ricerca Operativa, fino alla cattedra di Economia Industriale. E via così di cattedra in cattedra, di materia in materia fino al congedo dall’università nel 2008.
Insomma, l’editoria entra nella sua vita come progetto e passione solo nel 2002, a sessant’anni ampiamente compiuti, quando fonda la sigla che porta il suo nome per pubblicare saggi sull’attualità economica e finanziaria e testi sulle emergenze ambientali.
Fedele alla sua inquietudine ben presto allarga l’assortimento della Francesco Brioschi Editore alla narrativa, inaugurando collane dedicate a letterature ancora poco praticate dal mercato della lettura nostrano. Nasce “Gli altri” con autori e soprattutto autrici iraniane prima, russi poi, per dilagare infine in tutti i continenti e generi, dalla Tunisia all’Africa subsahariana all’Irlanda, dalle saghe familiari al thriller, e i primi nomi che vengono in mente sono quelli di Inaam Kachachi e Ali Bécheur, di Narine Abgarjan e Abbas Maroufi. Non contento, negli anni ancor più recenti avvia molteplici incursioni nella narrativa italiana e dà vita a una collana di reportage che da subito inanella autori e titoli di primario interesse, da un lato pubblicando nomi consolidati o esordienti assoluti, da Giorgio van Straten a Margherita Nani, dall’altro esplorando il meglio del new journalism con i libri di Ben Rawlence – chi non lo ha letto corra a procurarsi La città delle spine! – di Tom Burgis o di Souad Mekhennet.
Di che riempire un paio di vite, ma il Prof. era pur sempre il Prof. e a fronte dei problemi che sempre si pongono a un editore nel confronto del mercato la sua risposta è stata, dal suo punto di vista, ovvia. Ha iniziato ad aprire librerie con l’insegna Brioschi! La prima a Crema, subito seguita da un’altra a piano terra del palazzo che già ospita la casa editrice e, ancora a Milano, da un bellissimo spazio nella già bellissima Cascina Cuccagna, un angolo di campagna lombarda a cento passi dal centro città.
Nei prossimi giorni doveva inaugurarsi, sempre a Milano, il quarto punto vendita, avendo Brioschi rilevato la storica Libreria della Natura di Corso di Porta Romana. L’inaugurazione è stata ovviamente rinviata. E noi ci associamo al dolore della famiglia e dei collaboratori del Professor Brioschi. Ci mancheranno la sua ruvida cordialità, la sua meneghina franchezza, la sua indomabile voglia di andare sempre un po’ più in là.