Che anno il 1969! Se a luglio l’uomo era andato sulla Luna, a settembre la classe operaia andò in paradiso, iniziava l’autunno caldo. A voler essere precisi, l’autunno caldo era partito anche prima che Armstrong e Aldrin mettessero piede sul suolo lunare: il 3 luglio, a Torino, operai non specializzati, perlopiù meridionali appena arrivati dal Sud, e quadri studenteschi formatisi nelle occupazioni dell’anno precedente manifestano per il diritto alla casa. Da lì parte il racconto di Ada Becchi e Andrea Sangiovanni, autori, per Donzelli, di L’autunno caldo. Cinquant’anni dopo, storia e analisi di una stagione di lotte caratterizzate dallo spontaneismo, dall’autorganizzazione, dalla saldatura tra operaio-massa e movimento studentesco, dalla contestazione dei partiti della sinistra istituzionale e soprattutto delle tradizionali rappresentanze sindacali, in nome di “tutto il potere all’assemblea”. Con il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, si avviano un radicale processo di redistribuzione del reddito e la conquista di una serie di diritti e di tutele fortemente innovativi.