Mai come in questi anni, il tema della competenza è diventato il cuore del dibattito collettivo, scientifico e politico.
Si sta assistendo a una sorta di “scollamento” tra quello che affermano gli esperti e quello che viene percepito dal resto pubblico. In un certo senso, con le dovute differenze, tutto questo sta avvenendo con meccanismi simili sia per la scienza che per la prassi politica: grazie alla progressiva specializzazione delle competenze in qualunque campo, sono nati linguaggi tecnici sempre meno accessibili a una grande platea.
Questo genera sfiducia nei confronti degli esperti e, di conseguenza, disinformazione, che rappresenta un vero e proprio rischio per la collettività. D’altro canto, i non esperti vogliono certamente mantenere la loro autonomia di scelta sulle questioni che contano, per evitare la formazione delle cosiddette tecnocrazie.
Si tratta di un problema non da poco, un vero e proprio circolo vizioso. Ma come uscirne? Mauro Dorato, filosofo della scienza con una cattedra all’Università degli Studi Roma Tre, ci viene in aiuto con Disinformazione scientifica e democrazia, edito da Raffaello Cortina.
Con chiarezza e rigore, Dorato ci fornisce tutti gli elementi per capire e approfondire questa complessa questione socio-politica. Riflette, quindi, su democrazia rappresentativa, democrazia diretta e specializzazione scientifica, analizzando numerosi casi emblematici – tra cui quello di Brexit e dei movimenti Antivax – e sostenendo l’importanza dell’alfabetizzazione scientifica come strumento democratico, per comprendere la necessità di affidare il compito di realizzare i nostri fini a rappresentanti più competenti di noi.