Quando incontriamo per la prima volta Winston Foshay, detto Tuff, lo troviamo svenuto in un centro di spaccio a Brooklyn, dopo una sparatoria. Tuff è un ragazzone afroamericano ben piantato di East Harlem abile a menare le mani. Infatti, lavora come picchiatore, con il compito convincere i clienti recalcitranti a saldare i conti. Ed è in questo momento che decide di darci un taglio.
Mancava solo questo, tra i quattro romanzi di Paul Beatty pubblicati nel catalogo di Fazi Editore. Secondo libro scritto dal vincitore del National Book Critics Circle Award e del Man Booker Prize (nel 2016, con Lo schiavista), Tuff e la sua banda racconta del tentativo di questo diciannovenne, a cui la vita non ha mai concesso molto, di trovare il proprio posto nella società che lo ha sempre messo da parte.
Padre di un bambino di 11 mesi, Tuff ha lasciato la scuola giovanissimo per sposarsi con Yolanda quando era incinta. Il suo mentore, o almeno quello che incontrerà quando si iscriverà al programma di assistenza Fratello Maggiore per cambiare la sua sorte, è un afroamericano convertito all’ebraismo e diventato rabbino, Spencer Throckmorton.
La galleria di irresistibili personaggi di Tuff e la sua banda non si esaurisce qui: ci sono anche il suo migliore amico, Fariq, un disabile musulmano che vuole rapinare banche; il padre Clifford, ex militante delle Pantere Nere; Inez Nomura, nippoamericana alla ricerca del nuovo Malcolm X. Proprio con l’aiuto di quest’ultima Tuff deciderà di candidarsi alle elezioni comunali.
Paul Beatty, con il suo tipico umorismo graffiante, l’acume fuori dal comune e l’originalità linguistica, dà vita a una satira esilarante dai tratti surreali, che cela una profonda riflessione sulle barriere sociali e politiche nella cultura americana.