Martin Scorsese
Presentato nella commozione generale all'ultimo festival di Venezia, “A Letter to Elia” è stato subito riconosciuto dalla critica come uno dei film più belli e personali dell'intera carriera di Martin Scorsese: inadeguata e riduttiva la definizione di documentario, è una ricognizioneconfessione in cui Scorsese, davanti e dietro la macchina da presa, si confronta con un gigante del cinema e del teatro come Kazan, autore di film come “Fronte del porto”, “Un tram chiamato desiderio”, “La valle dell'Eden” e leggendari allestimenti da Tennessee Williams e Arthur Miller. Un confronto che diventa racconto dell'adolescenza di Scorsese, del suo incontro coi film di Kazan, capitolo centrale del “romanzo di formazione” di un ragazzo italoamericano innamorato del cinema che sente di avere trovato uno dei suoi padri. Film sentito anche come risarcimento verso Kazan, uomo e cineasta tormentato, spesso inchiodato al ricordo della macchia che pesò sulla sua vita (“fece i nomi” di alcuni colleghi durante il maccartismo) e in parte offuscò il riconoscimento di un talento straordinario. Talento che ritroviamo, vivo e presente, nelle pagine del libro presentato col Dvd: “Sulla regia”, traduzione di “Kazan on directing”. Uscito negli Usa nel 2008, raccoglie pagine di diario, riflessioni, lettere, note di lavorazione con cui Kazan accompagnò il making dei suoi principali film e messinscene teatrali, e le bellissime “lezioni di cinema” che, primo tra i grandi registi, offrì negli anni ‘60 agli studenti di alcune università. Sono pagine che ci portano dritti nel cuore della cultura americana tra anni Quaranta e Sessanta, che fanno vivere da vicino la stagione più alta e innovativa di Brodway (quando era proprio lo scambio e lo scontro continuo tra Kazan e Tennessee Williams a produrre un capolavoro dopo l'altro...) e svelano metodi, dubbi e passioni di un autore di cinema tra East Coast e Hollywood. Un libro che che scopre, in Elia Kazan, regista, anche una splendida voce di scrittore.