Roberto Costantini
Raymond il poliziotto, Beatrice l’infermiera, Salvatore il piccolo imprenditore e Regina l’insegnante entrano nel tunnel del coronavirus con tutti gli altri, alla fine di febbraio a Adeago, in provincia di Bergamo. Ci entrano con le loro vecchie paure, frustrazioni, amori perduti e sconfitte, e con un carico di umana meschinità. Quando comincia il contagio, il poliziotto ne approfitta per defilarsi dalle indagini su un furto di macchine da cucire, l’infermiera simula un incidente per sfuggire al Pronto Soccorso sovraccarico, l’imprenditore pensa di fare soldi fabbricando e smerciando mascherine di dubbia qualità e l’insegnante elude le lezioni online per liberarsi di studenti svogliati e genitori aggressivi. Il tutto mentre i loro colleghi danno prova di un ben diverso impegno. Ma il virus non è solo un vento di morte, è anche un formidabile acceleratore di destini. E i loro deflagrano. Dalle feste per le vittorie dell’Atalanta si passa al deserto e poi al terribile corteo delle bare nei camion militari, e le storie dei quattro protagonisti si intrecciano e si coagulano intorno al vergognoso business delle mascherine finanziato da veri malviventi, alcuni con la pistola, ma i peggiori in giacca e cravatta. Nel momento più buio, uomini e donne che pensavano di non avere più niente da chiedere o da perdere si troveranno di fronte l’occasione per riscattare una vita spenta. Una storia d’amore e di dolore, in cui si ride a crepapelle e si piange disperatamente, che parla del nostro tempo, delle nostre scelte, della possibilità di capovolgere il proprio futuro.