Aldo Capasso
La scelta di aggiungere la locuzione latina in nuce nel titolo del saggio è tesa a chiarire che questo tipo di costruzione a membrana pretesa è nato da un archetipo strutturale del XX secolo, che poi ha dato vita ad una proposta architettonica il cui paradigma è la leggerezza. Oggi, il concetto di leggerezza si sta sempre più affermando, peraltro, come un efficace contributo alla sostenibilità in molti settori della società. Finalità del testo è la valutazione dell’architettura tessile, anche in confronto con l’architettura massiva, partendo dai riferimenti letterari e strutturali, quali la leggerezza di Italo Calvino, la locuzione costruttiva Less is more di Mies van der Rohe e le analogie strutturali con la biologia di Frei Otto. Il volume restituisce un lungo racconto che, a partire dalle opere di Frei Otto negli anni ’50 del secolo scorso, giunge ai giorni d’oggi. Un percorso in cui le molteplici immagini di opere e di prodotti industriali hanno sostituito molte strutture permanenti e irreversibili nei luoghi dell’abitare a favore della flessibilità e di innovate funzioni adattative. Nel contempo il testo sottolinea qualità e limiti delle tensostrutture a membrane in architettura. Il testo nasce anche dalla volontà di ricordare i settanta anni trascorsi dalla presenza delle tensostrutture a membrana che hanno consentito la realizzazione dell’architettura tessile, trent’anni dopo la pubblicazione “Le tensostrutture a membrana per l’architettura”, uno dei primi testi generali sull’architettura tessile, pubblicato in occasione del primo Convegno internazionale Architettura e leggerezza, tenutosi a Napoli nel 1993.