Luigi Forte
Chiunque si aggiri per le strade di Berlino scorge una città cosmopolita, uno strabiliante laboratorio di futuro. Certo, è anche un sito archeologico della modernità e delle sue tragedie. I fantasmi di un tempo riemergono con i loro nomi altisonanti o con le memorie inestinguibili del quartiere ebraico, lo Scheunenviertel. Tuttavia Berlino continua a essere, come diceva il critico d’arte Karl Scheffler all’inizio del Novecento, una città destinata a diventare, mai a essere. Le pagine di questo libro muovono dall’inizio di questo destino, dai primi decenni del Novecento in cui artisti e intellettuali stranieri la trasformano nella metropoli weimariana che stimola esperienze creative, luogo d’incontro di sensibilità diverse, milieu di fantasie e utopie raccolte per le strade d’Europa. Attraverso una narrazione che rivisita ogni genere letterario, Luigi Forte mostra l’affascinante mescolanza di impressioni, testimonianze, immagini che fanno della Berlino di quegli anni una città d’altri e in cui traspare il volto di quell’Europa che tentò invano di contrapporre all’apocalisse incombente la voce ormai fievole della ragione e della parola rigeneratrice.