Umberto Eco
Umberto Eco ha pubblicato il suo primo romanzo, “Il nome della rosa”, nel 1980, quando aveva 48 anni. In queste “confessioni”, scritte quando ne ha circa settanta, ha alle spalle una lunghissima carriera di studioso, ma una carriera di narratore di “soli” ventotto anni: “pertanto mi considero un romanziere molto giovane – dice in apertura del volume – e, spero, promettente, che ha sinora pubblicato solo cinque romanzi e molti altri ne pubblicherà nei prossimi cinquant’anni.” Con la consueta ironia, Eco ci porta dentro la sua esperienza narrativa: come ha iniziato a scrivere, come costruisce i suoi mondi finzionali, che rapporto c’è fra le sue riflessioni teoriche e i suoi universi di fantasia, che bisogno c’è di darsi delle regole nella scrittura… Mettendo insieme i propri ricordi e la propria esperienza (di filosofo e semiologo) Eco ci conduce dentro i limiti e le potenzialità dei personaggi narrativi, ci fa riflettere sui vantaggi delle verità dei romanzi, ci ricorda i limiti delle nostre interpretazioni ma anche i piaceri. Infine, nell’ultimo capitolo del volume, riflette su un tema che gli è sempre stato caro, e a cui ha dedicato successivamente anche uno dei suoi libri illustrati: la lista, l’elenco, la serie potenzialmente infinita, che ci permette di intravedere l’infinito e avvicinarci a ciò per cui le parole non sembrano bastare. Dopo oltre dieci anni dalla sua pubblicazione originaria (del 2011, negli Stati Uniti), finalmente anche in Italia uno dei libri più personali di Eco – certamente il più autobiografico.