Luca Telese
«C’è da fare una cosa» dice Roberto Grassi ai suoi compagni, studenti appartenenti a un’organizzazione di sinistra extraparlamentare, in una mattina del 1975, e quella «cosa» è sprangare Sergio Ramelli, fino a ucciderlo. Sei anni più tardi, Roberto Grassi si suicida nel suo appartamento milanese, gravato dal peso di quelle parole e di quel gesto, e un cerchio, uno solo, si chiude. Ma sono molti di più quelli rimasti aperti, le storie degli anni di piombo senza morale, senza risposta e senza giustizia: i delitti della destra eversiva e della sinistra rivoluzionaria, le vite perdute degli irriducibili rossi e neri. Storie catartiche o inquietanti, storie di estremisti e terroristi ma anche di madri, sorelle e fratelli delle vittime, che per decenni hanno attraversato un dramma personale e pubblico, tentando di far luce sulla verità. Luca Telese raccoglie in questo libro le testimonianze e i documenti, entra negli eventi e nei processi, analizza le azioni, le reazioni e le interpretazioni dei fatti di sangue della nostra più recente guerra civile. E non fa sconti ai silenzi e ai revisionismi, perché oggi che i protagonisti di quegli anni scompaiono, oggi che il passato prossimo diventa storia, oggi che la cronaca continua a restituirci usi strumentali di tragedie mai chiarite né elaborate, «indagare nella zona grigia dove tutto rischia di confondersi è forse più utile di ieri».