Piero della Francesca
L'opera di un artista assoluto, un contributo fondamentale per lo sviluppo della pittura degli ultimi secoli, il trattato a cui ricondurre la grande esperienza prospettica rinascimentale.
Aboca Edizioni presenta il facsimile ad uso professionale del De prospectiva pingendi. Ricavato dal celebre manoscritto Ms. Regg. a 41/2, conservato presso la biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, il volume accoglie gli studi dedicati da Piero della Francesca alle regole della prospettiva, con una serie di note e di stupefacenti disegni autografi dell'artista.
Dalla nota di Luigi Grasselli: «Fra le tre opere a contenuto matematico prodotte da Piero della Francesca, il De prospectiva pingendi è senza dubbio quella più strettamente correlata con la sua attività di artista, in quanto rivolta principalmente all'insegnamento degli strumenti fondamentali di tipo geometrico nella pittura, con particolare riferimento alle tecniche prospettiche. [...] Le figure, un'ottantina circa, sono assolutamente strumentali e necessarie per la comprensione del testo scritto e, parallelamente a questo, diventano gradualmente sempre più complesse: esse fanno del De prospectiva pingendi il primo trattato matematico sulla prospettiva interamente illustrato».
Il commentario contiene un'analisi critica sulle innovative teorie introdotte nel De prospectiva pingendi, osservandone l’applicazione nei dipinti di Piero e analizzando dal punto di vista geometrico i disegni contenuti nel manoscritto emiliano.
Presentazioni di Valentino Mercati, Maurizio Festanti. Contributi di Massimo Mussini, Luigi Grasselli.
Il manoscritto del De prospectiva pingendi apparteneva a Giambattista Venturi (1756-1822), abile diplomatico e fine bibliofilo. Alla sua morte, la straordinaria biblioteca che aveva costituito negli anni venne venduta e confluì smembrata in altre collezioni. Il codice con le note di Piero si salvò dalla dispersione, perché conservato tra i fascicoli degli appunti raccolti in preparazione di un volume sulla storia dell'ottica ed è passato alla biblioteca Municipale (ora Panizzi) di Reggio Emilia nel 1921, insieme alle carte del suo archivio acquistate presso gli eredi.
I facsimili ad uso professionale di Aboca: opere fondamentali a disposizione di tutti. Leggendarie edizioni e splendidi manoscritti, selezionati nelle biblioteche di tutto il mondo, sono stati riprodotti attraverso tecniche di stampa d'avanguardia e corredati da ampi e puntuali apparati critici.