Chiara Ingrao
Maria ha 18 anni, nell'autunno del 1969: un seno troppo sfacciato, e dita di dama. È la prima della classe, ma finisce operaia: come 'Aroscetta, Ninanana, Paolona, Mammassunta... Le loro storie, fra rabbia e risate, nel turbinio dell'Italia che cambia. Il contratto dei metalmeccanici, Piazza Fontana, la legge sul divorzio. Fare la crumira, poi scioperare e diventare delegata: scontrarsi con i genitori, crescere, essere travolta da un amore che sembra impossibile. E l'amicizia: a raccontare la storia è Francesca, l'amica di sempre. Quella che è cresciuta nello stesso palazzone della periferia romana, ma ha potuto studiare. Quella che oggi si guarda indietro, e pensa che ci ha lasciato una parte di sé, in quei "giorni così, tempi così: allegri e feroci, e più veloci della luce". "Abbiamo bisogno di non dimenticare la nostra storia," scrive Maurizio Landini nella postfazione in cui riflette sui nessi fra l'autunno caldo e le sfide del presente, "per trovare forza e nutrimento, ricordando i modi in cui cinquant'anni fa siamo stati capaci di 'cambiare il modo di pensare, di lavorare, di vivere'."