Max Weber
Max Weber fornisce un’esaustiva rassegna delle molteplici forme di aggregazione e associazione, mettendone in luce di volta in volta il rapporto con lo sviluppo dell’economia e con le modalità più razionali dell’agire sociale.
«Il concetto generale di “etnico” potrebbe essere sicuramente gettato a mare. Infatti è una denominazione collettiva inutilizzabile per qualsiasi ricerca veramente precisa. Ma noi non perseguiamo la sociologia per amore della sociologia e ci accontentiamo perciò di mostrare quale ampia ramificazione di problemi si nasconda dietro a un fenomeno che si presume unitario».
La trattazione sulle Comunità riunisce i testi che, con ogni probabilità, costituiscono il nucleo più antico dell'ambizioso progetto di Economia e società. In questi scritti Max Weber fornisce un'esaustiva rassegna delle molteplici forme di aggregazione e associazione, mettendone in luce di volta in volta il rapporto con lo sviluppo dell'economia e con le modalità più razionali dell'agire sociale. Attraverso una rigorosa analisi che spazia dalla comunità domestica ai ceti guerrieri, dalle comunità etniche - in cui si discute criticamente il concetto di "razza" -, alla nazione, legata alle tonalità emotive del "prestigio della potenza", Weber approda alla disamina della costituzione delle comunità politiche, dove emergono le prime, illuminanti definizioni del cruciale concetto di "potere" e del monopolio statale della violenza legittima. Caso limite dell'agire comunitario si rivela invece la "comunità di mercato", governata da dinamiche razionali rispetto allo scopo, che è il presupposto della successiva, ferma distinzione tra le classi, i ceti e i partiti. I testi weberiani sono accompagnati da un manoscritto inedito, dal titolo Associazione domestica, clan e vicinato, presentato qui in forma autonoma, che risale addirittura al 1906 e che costituisce il punto di partenza per un'ampia analisi della comunità domestica, in dialogo con i maggiori teorici delle origini delle società umane, da Lewis Henry Morgan a Friedrich Engels, fino a Johann Jakob Bachofen.