Faide. L'impero della 'ndrangheta

Faide è un romanzo dove non c’è finzione. È un pugno nello stomaco, un racconto che nasce nelle viscere della Calabria più dura, quella della ’ndrangheta e dell’emigrazione, e attraversa l’Europa in un viaggio sconfinato dentro l’impero dei clan. Da «Las Vegas», una piccola sala giochi dell’entroterra calabrese dove piccoli delinquenti iniziano la loro «carriera» sputando sui videogames, fino alle pizzerie di Duisburg, nella fiorente Germania, dove la ’ndrangheta è ancora vista quasi come un fenomeno folcloristico. Dai salotti della Milano da bere, ai veleni di Crotone che stanno uccidendo Anna, una bambina di dieci anni, ammalata di cancro. L’autore entra negli scenari bui delle ’ndrine e ne mostra gli aspetti più feroci, a partire dai morti innocenti, come Rosellina e Barbara, madre e figlia, trucidate nella cucina di casa loro. O come Domenico, dieci anni, ucciso per sbaglio mentre giocava a calcetto con gli amici. E poi il business della coca, i desaparecidos dissolti nell’acido, i rifiuti tossici, le donne dei clan. Racconti che si intrecciano e danno un quadro reale, crudo e a tratti affascinante della ’ndrangheta: la mafia più potente del mondo.